SAN BENEDETTO – Finalmente una considerazione mirata, lineare e utilissima nel dibattito sulla costruzione di un nuovo ospedale nel  territorio piceno. Tra l’altro non ‘puzza’ di politica ma è tecnica e spero che la Regione l’abbia presa in considerazione prima di scegliere Pagliare che, nelle tre possibilità indicate da Viviani, è la terza. Insomma quelli sotto elencati sono gli aspetti che devono precedere qualsiasi decisione: chiaro per esempio, pur nella mia ignoranza in materia, che la scelta di San Donato a Monteprandone, in pieno centro abitato, non possa essere presa in considerazione. Sbaglio? Grazie architetto. (IL DIRETTORE)

Nazzareno Viviani, architetto sambenedettese:

“Nell’ultimo anno un dibattito su tutti ha tenuto banco, quello sulla costruzione del nuovo ospedale unico di 1° livello all’interno del territorio Piceno.

La cosa che è mancata (quanto meno non ci è stato comunicato), soprattutto per una struttura come questa, è l’uso di strumenti che diano un supporto in più alla decisione, attraverso la valutazione del livello di sostenibilità energetica e ambientale dell’edificio. L’Italia rimane comunque al primo posto in Europa nella classifica delle emissioni medie di CO2 da edifici: il 40% delle emissioni proviene dal comparto costruzioni. Tali valori di impatto ambientale (consumo di risorse, consumo di energia, emissioni di inquinanti, etc.) sono calcolati e intesi su tutto il processo produttivo dell’edificio, quindi dall’estrazione dalle materie prime per i materiali da costruzione, passando per la sua costruzione e utilizzo, fino alla sua dismissione o demolizione.

Cosa sono questi strumenti? Sinteticamente sono dei certificati/protocolli che attestano tramite dei punteggi o indicatori ambientali, per ogni ambito individuato (risparmio energetico, risparmio di materiali, riduzione inquinamento, riduzione rifiuti, tutela della salute, comfort in-door e out-door) la qualità ecologica-energetico-ambientale della soluzione progettuale su l’edificio che si va a costruire o riqualificare.

Sono strumenti volontari e non obbligatori come avviene per l’ A.P.E. (Attestato di Prestazione Energetica) che invece riporta in sintesi l’emissione di CO2 e il consumo energetico dell’edificio in uso, quindi già finito.

Sarebbe dunque utile parlare delle implicazioni del “costruire” in edilizia, più che del già costruito, attraverso concetti chiave legati alle procedure green nella costruzione come: i criteri ambientali minimi, sistemi multicriterio a punteggio (BREEAM, LEED, Protocollo Itaca), le etichette ambientali di prodotto (Ecolabel. Epd, etc.), passando dall’economia lineare a quella circolare grazie all’approccio del ciclo di vita (LCA), la Carbon Footprint e ripensare la città realizzando una nuova economia grazie alla decarbonizzazione di edilizia e mobilità.

Questi strumenti sono utilizzati anche per confrontare scelte progettuali diverse.

Sarebbe stato molto interessante (visto che in Italia siamo agli ultimi posti per quanto riguarda gli ospedali sostenibili ) che la Regione Marche, una delle regioni che per prima ha utilizzato questi strumenti (il Protocollo Itaca), simulasse con tali strumenti tre ipotesi:

  • Potenziamento a 1° livello dell’ospedale di San Benedetto del Tronto e riqualificazione di quello di Ascoli Piceno
  • Potenziamento a 1° livello dell’ospedale di Ascoli Piceno e riqualificazione di quello di San Benedetto del Tronto
  • Situazione attuale cioè riqualificazione dei due ospedali esistenti e costruzione di un nuovo ospedale di 1° livello a Pagliare

Avremmo avuto cosi un quadro completo ed esaustivo, con un punteggio sintetico per ogni intervento che ci avrebbe detto quale delle tre soluzioni sarebbe stata la migliore a livello ambientale.  In altre regioni la soluzione di riqualificare ospedali è già stata utilizzata con successo, ma anche l’ampliamento di quelli esistenti come il Meyer di Firenze, che ho avuto la fortuna di visitare durante l’ampliamento e che è considerato tra i più sostenibili d’Italia, sono possibili.

Questi strumenti prendono in considerazione molti parametri diretti e indiretti sulla costruzione, in generale a parità di condizioni, recuperare un edificio ha un impatto ambientale minore rispetto a costruire edifici nuovi, per il fatto stesso che si consuma meno energia e si inquina meno nel riqualificare un edificio esistente, oltre che a non fornirlo di infrastrutture e servizi che già possiede (elettricità, acqua, gas, strade). Sicuramente nella scelta di un ospedale, gli ambiti e i relativi indicatori sono più complessi, perché di per se l’ospedale è una tipologia di edificio particolare (qui un articolo interessante dell’ architetto Renzo Piano sul tema).

Ad esempio nella prima ipotesi, l’ospedale di San Benedetto del Tronto, se fosse potenziato a 1° livello, avrebbe enormi problemi nell’essere facilmente raggiungibile sia da nord che da sud, essendo proprio al centro del tessuto urbano, avrebbe senso in questa ottica, finire la bretella di collegamento tra la zona Santa Lucia e lo svincolo di Grottammare, però con un ulteriore impatto ambientale dovuto proprio alla costruzione di questa bretella, cosa che molto probabilmente non si avrebbe ne nella seconda, né nella terza ipotesi. Non è detto che riqualificare rispetto che a costruire sia la soluzione migliore, questi strumenti servono proprio a questo, a semplificare un problema complesso, scindendolo in tanti ambiti e per ognuno trovare diversi livelli di soluzioni, che portano a diversi punteggi, più è alto, più l’edificio è “green” e ci si può fregiare come sta succedendo sempre più spesso di una targa esterna che lo certifichi.

Gli strumenti di cui ho accennato servono proprio a questo, a valutare progetti diversi per individuare la soluzione migliore sia sotto il profilo ambientale che economico, perché come abbiamo detto all’inizio l’edilizia è uno dei settori più inquinanti, ma un bel po di questo inquinamento, ci ritorna indietro facendoci ammalare e gravando sulla spesa pubblica sanitaria. Questi costi di fatto non vengono mai calcolati e messi all’interno delle valutazioni compreso i danni indiretti proveniente dal surriscaldamento globale dovuti all’attività dell’uomo, come l’edilizia.

Quindi quale migliore opportunità di utilizzare tali strumenti proprio per un ospedale, per individuare la soluzione edilizia ottimale, visto che si tratta di costruire un edificio che si occuperà dei malati, cerchiamo che non sia lui una delle cause”.