Vietato giocare a calcio in strada,vietato giocare a calcio in spiaggia, i campetti di parrocchia non esistono quasi più, e se esistono ancora non sono più accessibili liberamente ed alcuni, addirittura, non gratuitamente.
Non si vedono più bambini che tentano di imparare a palleggiare davanti il cortile di casa.
Non si vedono più le sfide uno contro uno con il cancello di casa unica rientranza simile ad una porta.
Non si vedono più serrande ammaccate ed impronte di pallone sui muri appena pittati, o di palloni bagnati perché caduti in acqua.
Non si vedono più bambini sbucare da sotto le auto per recuperare il super tele o il super santos oramai completamente deformato.
Non si vedono più bambini scappare dai proprietari delle stesse auto dopo qualche specchietto, vetro o fanale in frantumi per qualche pallonata finita male.
Non si vedono più spedizioni organizzate rischiosissime per tentare di recuperare palla all’interno di proprietà private ben recintate da solide reti metalliche con tanto di filo spinato.
Non si vedono più bambini con le lacrime agli occhi ed il pallone in mano appena brutalmente squarciato.
Non si vedono più bambini con, non importa se sull’asfalto, sulla terra o sull’erba, le scarpette da calcio sempre ed ovunque ai piedi.
Non si vedranno più sfide epiche tra ragazzini di quartiere alla Colonia, al campetto dei Frati, al terra e sassi di Ragnola, al parcheggio del Ballarin, alla zona nomadi tra Palazzetto e Riviera delle Palme, al Formentini, al San Pio X, dalle Suore Giuseppine, al terra e sassi del Dopolavoro, al Campetto di Via Saffi e chi più ne ha, più ne metta in questa lista infinita di ricordi.
Che cosa ricorderanno i ragazzini di oggi?
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Se oggi i comuni pensano a tirar via gli spazi verdi orientati ad edificazioni e gli unici interessi sono quelli di riqualificazione economica delle infrastrutture difficilmente possiamo valutare il ritorno alle passioni sportive dei bambini, oggi tutto viaggia nei meandri dell’economia cosi’ la conseguente costrizione alla partecipazione di società sportive a pagamento e’ l’unico presupposto per seguire una passione. Restano solo le parrocchie che ancora tentano di alimentare le prerogative ricreative, basti pensare che nell’area Marina di Sotto c’e’ solo San Pio X che per opera pia dei soliti volenterosi mantengono il campetto allo stato originale.
L altra sera per sbaglio passo in via toscana, faceva caldo, avevo sete, quindi mi fermo a bere in una fontanella. Mi rinfresco, alzo lo sguardo e vedo la statua del Santo, mi giro di scatto e cerco il campetto dei frati. Sono anni che non c é piu, ma chiudendo gli occhi mi sono tornate in mente una marea di partite interminabili, le botte contro la rete metallica laterale che deliniava anche “il fuori” Le porte con la rete strappata, il campo in salita e in discesa, la terra, la polvere e i sassolini che entravano nelle scarpe. Si… Leggi il resto »
Splendido il ricordo di Paolo, ci siamo cresciuti in tanti spendendo ore e ore su quei campetti improvvisati, ma straordinariamente formativi. Oggi i ragazzi possono fare solo una asettica scuola calcio, pagando per allenarsi 3 ore a settimana, è tutta un’altra storia!