SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pediatria e punto nascite. Di seguito pubblichiamo una nota di Marco Curzi e Rosaria Falco, consiglieri comunali e membri del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”. Sul piatto il numero di nascite che registra San Benedetto confrontato con i numeri di Ascoli e le dotazioni di personale e strumenti dei due nosocomi.

“Il tentativo avviato da diversi anni da parte delle Autorità sanitarie locali di “spostare” i numeri delle nascite al Mazzoni, sta producendo conseguenze nefaste: solo con ragionamenti superficiali si può pensare di programmare un tale “sviamento” e indirizzare le mamme ad andare a partorire in un nosocomio piuttosto che in un altro, semplicemente trasportando delle incubatrici, utili per una semplice osservazione dei prematuri, e piazzando su un reparto il nome improprio e illegittimo di “neonatologia”.

Come è palese anche dai primi dati del 2019 (380 per San Benedetto, con un incremento di 40 nati in più rispetto all’anno precedente che già di per sé è un ottimo indice positivo rispetto addirittura al trend nazionale, e 240 per Ascoli nel primo semestre), spostare i parti ed i bambini da San Benedetto ad Ascoli in modo ingiustificato, utilizzare il primario in prevalenza al Mazzoni, portare via le culle termiche, avere due sole incubatrici mentre Ascoli, con molti meno nati ne ha sei più due, impoverire le dotazioni di personale per turno, non è servito a realizzare l’auspicato “sorpasso” del nosocomio di Ascoli rispetto a quello di San Benedetto.

Tale vicenda però è indicativa del disegno sotteso e dell’ottusità di chi decide: San Benedetto continua ad avere numeri, sebbene inferiori al passato, di tutto rispetto, con ben 787 parti nel 2018, mentre ad Ascoli, appena oltre il limite-soglia, con 560 nascite, continua a consolidarsi il trend in calo, nonostante tanto affanno per privare le partorienti residenti vicino alla costa di un punto di riferimento consolidato, seppur in forte affanno.

Ci chiediamo se davvero le decisioni politiche a spese della sanità costiera siano giustificate e giustificabili da ragioni di razionalizzazione della spesa ed aumento dell’efficienza, come dovrebbe essere per un Servizio Sanitario sostenibile e rispettoso delle esigenze dei cittadini.

Ci chiediamo anche se sia vera la notizia che ci perviene, secondo la quale al Mazzoni ci sia una percentuale di ricoveri di neonati in neonatologia, che oscilla tra il 25 ed il 30% dei nati: per i non addetti ai lavori, tale percentuale è altamente negativa, indicativa di un alto indice di rischio, in quanto tale percentuale, secondo indicatori nazionali, non dovrebbe superare il 10%. Inoltre sembra che tale dato sia anche stato, in passato, contestato dalla Regione.

Nel nostro ospedale tale indice si aggira intorno all’8%, perfettamente nella norma, ed è lecito supporre che l’alta percentuale di ricoveri in Ascoli sia dovuta quantomeno ad un eccesso di zelo, alquanto oneroso per la nostra Area Vasta ed in direzione contraria al trend nazionale.

Perché, cari politici, noi della costa non remiamo affatto per la chiusura né dei reparti, né del nosocomio di Ascoli, ma ci aspettiamo che, in osservanza della legge, certi servizi vadano lasciati e potenziati là dove ci sono i numeri dell’utenza e della domanda: anche a volerne fare una questione di bilancio e di spesa, ci sembra questo l’unico ragionamento sensato e praticabile.

Ma la politica ha strade e motivazioni misteriose, che non a tutti è dato di comprendere, anche se noi riteniamo di averle anche troppo ben capite…ma la priorità dovrebbe essere, soprattutto in tema di sanità, l’interesse e la tutela del maggior numero possibile di cittadini”.