SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Siamo entrati dentro l’ex Cinema Delle Palme di Via Gramsci: un luogo che non si fa peccato a definire simbolo, o addirittura storico per generazioni di sambenedettesi che lì hanno trascorso interi pomeriggi e serate della loro vita.

La struttura è chiusa ormai dal 2010 (l’ultimo spettacolo è ufficialmente datato 14 aprile di quell’anno) quando la società Audax, che aveva in gestione il cinema di proprietà del Dlf, il Dopolavoro Ferroviario, decise di interrompere le proiezioni anche per la schiacciante concorrenza del “gigante” Palariviera.

Da lì negli anni una serie di proposte, progetti di recupero e finanche appelli per regalare una seconda vita al vecchio cinema sambenedettese.  Tutti naufragati.  Tant’è che lo stesso Dopolavoro, da qualche mese, ha concluso un preliminare di acquisto con l’impresa edile Catalini di Ascoli. Anche lì, come successo per l’area del cinema “gemello”, il Calabresi, sorgeranno degli appartamenti.

E allora noi di Riviera Oggi abbiamo deciso di lasciarvi un ultimo scorcio di questo posto, visto che in un prossimo futuro rischia davvero di non esistere più. Contattiamo il Dopolavoro. Ci aprono assieme ai gestori attuali della struttura.

L’ingresso, là dove c’erano botteghino e bar, è infatti da qualche tempo occupato da quadri, mobili e oggetti di un’asta temporanea. Ma entriamo anche dentro le due sale, quelle che hanno ospitato generazioni di sambenedettesi sin dagli anni  del dopoguerra, quando era ancora il cinema del Dopolavoro. La luce non funziona, dobbiamo accendere flash e torce. Due dita di polvere sopra le poltroncine della sala piccola e un’atmosfera di abbandono.

La sala piccola

I corridoi che portano alla sala “grande”

Andiamo giù per i corridoi, superiamo i bagni: ecco la sala grande, quella che di solito era riservata ai film più importanti e “di grido”. E’ quasi completamente smantellata, rimane giusto qualche fila di seggiolini, decisamente più vintage rispetto a quelli della piccola. E’ aperta anche la porta dello stanzino del proiettore, che è ancora lì: spoglio e inutilizzato da anni.

La sala “grande”

Rimaniamo un po’, fa effetto guardare un cinema vuoto e poche volte capita di essere soli in un posto così. Ce ne andiamo col sorriso, in fondo è una bella esperienza, ma anche con un po’ di tristezza perché abbiamo documentato, forse per l’ultima volta, un luogo che appartiene legittimamente alla memoria di questa città.

La sala “grande”. Sotto lo stanzino del proiettore

Lo stanzino del proiettore della sala “grande”