GROTTAMMARE – Riportiamo e pubblichiamo, per intero, una lettera giunta in redazione di Fabio Agostini, indirizzata al primo cittadino di Grottammare, Enrico Piergallini.

Sono Fabio Agostini il papa’ della bambina di 4 anni investita da una bicicletta lo scorso 12 agosto 2018 sul Lungomare della Repubblica di fronte ad uno chalet.

Sabato 22 giugno, in Piazza Kursaal, mia figlia ha rischiato di essere nuovamente investita da una bicicletta che viaggiava a velocita’ sostenuta in piena area pedonale. Bruno Talamonti, credo Suo assessore o consigliere comunale (non mi occupo di politica Grottammarese quindi spero mi perdoni inesattezze), ha assistito alla scena e le puo’ descrivere sia la velocita’, sia la frenata, sia l’urlo a mia figlia per farla fermare ed evitare un nuovo catastrofico impatto.

Se ricorda, ho accettato un incontro con Lei, incontro da Lei richiesto e sollecitato. In quell’incontro ho ricevuto rassicurazioni circa gli interventi del comune e dell’amministrazione al riguardo, al fine di evitare il ripetersi di tali spiacevoli ed inconvenienti incidenti. Rassicurazioni ripetutemi e reiteratemi da Lei un paio di settimane fa visto che avevo notato che nulla era stato fatto/posto in essere al riguardo

Ad oggi, a distanza di 10 mesi dall’originale incidente e 5 mesi da quell’incontro, posso solo notare, con estrema amarezza, e constatare, che nulla sia cambiato rispetto allo scorso anno.

A malincuore devo presupporre che la nostra chiacchierata (cosa di cui non mi pento) sai stata una cordiale ed amichevole discussione dalla quale nulla e’ poi effettivamente scaturito in termini di azioni volte a preventivare il ripetersi di quanto accaduto. Mi passi il termine, una sorta di tutto finisce a “tarallucci e vino”, ma il tarallucci e vino sono sicuro non sarebbe stato accertabile da Lei nel caso in cui ci fossimo trovati a parti invertite.

Ho notato, durante il solo fine settimana (periodo che va dal 22 al 23 giugno), che ci sono persone che non solo viaggiano a velocita’ sostenuta, ma alcuni con biciclette da corsa, alcuni addirittura con cuffie (cosi’ privandosi pericolosamente di una capacita’ sensoriale) altri che con apparecchiature controllano battiti cardiaci e respirazione, considerando a tutti gli effetti, un’area pedonale, alla stregua di un velodromo. Evidentemente, posso desumere, che tale situazione e’ da ritenersi accettabile per l’amministrazione.

Abbiamo insieme constatato che la suddetta area e’ ad uso esclusivo pedonale (ne’ ciclo-pedonale, ne’ promiscua). Questo e’ quanto riportato dagli atti da voi forniti in base alla mia richiesta in virtu’ dell’applicazione della legge Madia. Tali atti sono, rispettivamente, deliberazione di Giunta 123 del 13 luglio 1973 e l’ordinanza sindacale 42/1983. Entrambe sottolineano “divieto di transito per cicli, motocicli, ed autoveicoli nel tratto viale Ballestra via Laureati nel settore est” (Lungomare Repubblica). Piazza Kursaal (modificata successivamente a tali atti) tra l’altro appone segnaletica verticale che dichiara l’area esclusivamente pedonale. Quanto sopra e’ anche palese nel sito istituzionale del comune dove non vi e’ menzione alcuna di continuita’ della pista ciclabile o ciclo pedonale, differenziando la parte nord con quella sud, e quindi lasciando spazio ad una area intermedia non ciclabile, appunto il lungomare della Repubblica e Piazza Kursaal: “Il comune di Grottammare ha dimostrato in questi ultimi anni una particolare attenzione alla mobilità dolce, investendo risorse nella creazione di una funzionale rete ciclabile. I punti forti della nostra rete ciclabile sono: pista ciclabile Lungomare, 5.500 metri di percorso accanto al mare che collega Grottammare a nord con Cupra Marittima e a sud con San Benedetto del Tronto (tratto riconosciuto all’interno della Ciclovia Adriatica Trieste-Leuca B16)”.

Ora, considerando che in alcuni comuni del nord Italia (Bologna, Venezia, Trieste per citarne alcuni) si elevano sanzioni a ciclisti (o pseudo tali) che infrangono regole stradali (circolazione su marciapiede, area pedonale, contromano, con auricolari, passaggio con il rosso e altro come Codice della Strada) mi chiedo cosa dobbiamo aspettare prima che a Grottammare si inizino a far rispettare suddette regole da parte della amministrazione e/o Polizia Municipale (non credo servano ordinanze a questo punto), e non limitarsi a sanzioni relative ad un disco orario (nota bene non ho preso multe per tale infrazione e le trovo giuste).

Stando a quanto ho visto, se si elevassero sanzioni per ogni infrazione dei velocipedi che non rispettano le regole, (basta che si fermi un pomeriggio  a contare il numero delle biciclette che infrangono tale divieto) capirebbe che il bilancio del comune potrebbe essere sanato (estinzione della totalita’ del parco mutui in essere, credo valore nominale di 22.5 milioni di Euro e debito residuo di circa 17 milioni) con una quindicina di giorni.

Che sia considerata politicamente scorretta tale azione sanzionatoria? Cosa aspetta l’amministrazione a prendere provvedimenti? Una bambina, bambino, anziano morto? Un’altra gamba rotta? O cosa? A questo punto sono veramente curioso di saperlo, visto che sono passati la bellezza di 10 mesi dall’incidente del 12 Agosto e visto che nessuna azione e’ stata intrapresa.

Nel caso in cui fosse utile ad educare popolazione e turisti (perche’ e’ di educazione che si tratta), mi propongo come soggetto da portare come esempio. I latini scrivevano unum castigabis, centum emendabis, mi date appuntamento mi presento in bicicletta nell’area e mi multate. Magari chiamiamo anche la stampa che farebbe da cassa di risonanza in modo tale da rendere visibile la volonta’ dell’amministrazione di perseguire infrazioni indipendentemente da chi siano state commesse. Le assicuro che multare il papa’ della bambina investita sarebbe da esempio per tutti e mi vedrebbe deriso, cosa che accetterei ben volentieri in quanto sono disponibile sia all’onta pubblica, sia a pagare la sanzione massima applicabile affinche’ questa tanto assurda, quanto inaccettabile situazione, trovi la parola fine.

Noti che la locuzione latina non ha alcun riferimento politico particolare in quanto credo sia stata utilizzata da tutte le aree politiche, da Mussolini a Mao, fino alla piu’ grande piaga che l’Italia degli anni settanta abbia visto e vissuto.

Nella speranza, come la scorsa volta, sei mesi fa, di non essere risultato offensivo, nel caso fosse antepongo le mie scuse, le porgo i miei più cordiali saluti, nella speranza che venga trovata soluzione ad un palese problema che non e’ evidente solo chi non vuole vederlo, e che tale soluzione sia rapida e repentina vista l’ormai stagione turistica non alle porte, ma palesemente aperta.