Le notizie sono tre.

La prima è che oggi tutto il mondo della finanza, della politica europea e di quasi tutto il giornalismo esprime l’ennesimo gaudio in lode di San Mario Draghi. L’evento è reiterato e ripetuto, bazooka è la parola chiave. Se ne volete sapere di più: clicca qui per la notizia odierna e qui per un nostro articolo del 2015 (titolo: Quantitative Easing, la (seconda) più grande truffa della storia).

La seconda notizia è che quel che ha detto Draghi oggi, era già stato scritto in un documento ufficiale, il Bollettino Economico della Bce dell’aprile 2019: “Nel prossimo futuro le misure di politica monetaria della BCE continueranno a
fornire sostegno alla domanda interna”. Scritto a pagina 15, qui bolleco-bce-3-2019.

Ma è la terza notizia quella più interessante. Perché se oggi tutti tornano ad essere, come sempre sono stati d’altronde, del Mario Draghi fans club, e inni e lodi già hanno invaso ogni spazio, sempre nell’ultimo documento ufficiale della Bce si legge: ” Pertanto, tali paesi (si fa riferimento a Italia, Belgio e Francia, ndr) non hanno costituito margini di bilancio tali da consentire loro di evitare un inasprimento delle politiche di bilancio nella prossima fase di rallentamento e ciò può avere conseguenze sulla capacità di tenuta dell’intera area dell’euro“.

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Ecco. Se non si fa austerità – che significa due cose: pagare tasse superiori alla spesa pubblica, ovvero mantenere col proprio lavoro lo Stato e non viceversa; esportare più di quanto si importi e, sostanzialmente considerando i vincoli alla spesa pubblica, applicare politiche del lavoro che mantengano salari e stipendi (e anche una quota di profitti) bassi e concorrenziali col resto del mondo (produci, consuma, crepa) – l’area euro può avere conseguenze sulla “capacità di tenuta”.

Ma a Draghi è sorta un’aureola. Griffata Goldman Sachs magari, ma forse anche per questo d’oro puro e non solo dipinta.