SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo una nota, giunta in redazione, dei sindacati del Piceno. 

Le Organizzazioni Sindacali CGIL CISL e UIL di Ascoli Piceno vogliono sottolineare l’urgenza di individuare una soluzione alla difficile situazione del Centro Agroalimentare di San Benedetto del Tronto.

IL Centro Agroalimentare, pensato negli anni 80 ed inaugurato negli anni 90, doveva essere il fulcro dell’evoluzione del settore agroalimentare oltre che struttura di snodo commerciale e logistico delle produzioni agricole dell’area picena.

Nel corso degli anni la crisi del settore con perdite di produzioni e addetti insieme alle modifiche del terziario con l’affermarsi della grande distribuzione, avrebbero richiesto la rivisitazione e adeguamento della strategia di sviluppo e gestione da parte degli amministratori e dei soci istituzionali tutti della Società Centro Agroalimentare Piceno. 

Tale Società, nata per la gestione del Centro, a prevalente partecipazione pubblica,  vede il 96% del capitale detenuto da 7 soci Enti Pubblici a partire dal Comune di San Benedetto del Tronto con il 43,17% e la Regione Marche con il 33,87%.

Il Centro Agroalimentare, con un’area di 143 mila mq di cui 50 mila mq già alienati a privati e  35 mila mq coperti, è un struttura che ancora oggi, nonostante le difficoltà, vede impegnate al suo interno 85 aziende che occupano circa 600 dipendenti.

Riteniamo che l’agroalimentare in senso ampio sia ancora oggi un settore nevralgico per il nostro territorio così come pensiamo lo sia anche per la Regione Marche alla luce delle ingenti risorse stanziate proprio per il Piceno nel settore dell’agricoltura e zootecnia.

Per questo non comprendiamo come oggi, di fronte alla preoccupante situazione finanziaria ed economica e alla volontà già formalizzata da alcuni soci di alienare le quote sociali,  la Regione Marche scelga di voler chiedere la liquidazione delle proprie quote, rendendo ulteriormente concreto il rischio di chiusura e abbandono dell’intera struttura.

La posizione altamente invidiabile e facilmente raggiungibile con la vicinanza del casello autostradale, del raccordo Ascoli-mare e della Statale 16, fanno del Centro Agroalimentare una struttura fortemente strategica se intesa come struttura polifunzionale per un’area territoriale più vasta (pensiamo al vicino Abruzzo) in cui vi sia un reale processo di integrazione tra produzione, commercio, distribuzione, logistica e servizi capace di sviluppare economie di scala e sfruttare le potenzialità ad esempio della filiera corta e produzioni a KM0 e del biologico certificato.

Come Organizzazioni Sindacali riteniamo fondamentale che le scelte da prendere nell’immediato sul Centro Agroalimentare debbano guardare al futuro del nostro territorio e al rilancio di tutto il settore agroalimentare e non si traducano, invece, in possibili operazioni puramente immobiliari o di variazioni definitive dell’assetto urbanistico e produttivo del nostro territorio.

CGIL CISL e UIL di Ascoli Piceno richiedono quindi con urgenza l’attivazione di un tavolo territoriale  di confronto con tutte le Istituzioni interessate a partire dalla Regione Marche e Comune di San Benedetto del Tronto, le Associazioni Datoriali di rappresentanza e le Organizzazioni Sindacali confederali e di categoria per scongiurare la chiusura del Caap  e il danno che può derivarne a questo territorio

Il tavolo inoltre può rappresentare anche la sede di confronto, necessaria e urgente, per le ricadute occupazionali legate ai 5 lavoratori attualmente impiegati in quanto il piano di risanamento presentato dal Consiglio di Amministrazione non ancora approvato, ne prevede la drastica riduzione di oltre il 50%.