FOGGIA – Operazione “Ares”. Così è stata rinominata l’inchiesta che si è svolta su tutto il territorio nazionale all’alba del 6 giugno e che ha visto coinvolto il nostro territorio e zone limitrofe.

Qui il lancio mattutino del blitz

Blitz della Polizia contro la mafia foggiana. Arresti nel Piceno, Fermano e Teramano

Sono 49 le persone arrestate in tutta Italia con l’accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose. Altri tre destinatari dei provvedimenti sono attualmente ricercati. Arrestate anche altre due persone accusate del tentato omicidio commesso a San Severo, nel Foggiano, il 4 marzo scorso.

I provvedimenti cautelari, emessi dal Tribunale di Bari, sono stati eseguiti questa mattina da oltre 200 agenti delle questure di Foggia, Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo, con il supporto di 30 equipaggi dei Reparti prevenzione crimine. Tra i destinatari dell’ordinanza anche alcuni esponenti di primo piano delle famiglie mafiose La Piccirella e Nardino, particolarmente attive nel territorio di San Severo.

Nel Piceno arresti a Centobuchi e Grottammare. I due fermati, rintracciati dagli agenti, sono stati portati nel carcere di Marino del Tronto secondo quanto diramato dalla Questura di Ascoli attraverso un comunicato dove sono accusati di essere implicati nel traffico di sostanze stupefacenti.

L’attività investigativa, condotta dalle Squadre Mobili di Foggia e Bari insieme agli agenti del Servizio centrale operativo, è stata denominata “Ares”, e ha fatto luce sul ruolo dei due clan nel traffico di droga nella provincia di Foggia, e sulle continue tensioni tra i diversi gruppi malavitosi per la spartizione degli ingenti profitti.

Gli investigatori hanno documentato il sistematico ricorso alla violenza da parte dei gruppi criminali per affermare la propria leadership nella zona. Per raggiungere lo scopo sono stati molti gli episodi di intimidazione a colpi di arma da fuoco e quelli che hanno portato all’eliminazione fisica dei rivali.

L’indagine è stata avviata nel 2015 dopo alcuni gravi episodi di sangue verificatisi a San Severo: nei successivi approfondimenti gli investigatori hanno accertato e documentato anche l’attività relativa al traffico di stupefacenti.