
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si fa un gran parlare, in questi giorni, del futuro degli ospedali di Ascoli e San Benedetto. Chiuderano oppure no? Il 4 giugno Luca Ceriscioli ha scritto un comunicato stampa in cui cercava di rassicurare gli abitanti di Ascoli e San Benedetto dicendo che le due strutture non verranno chiuse. (clicca qui)
A quell’uscita del Governatore, però, risponde dopo poche ore il comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” (clicca qui), l’associazione presieduta dal dottor Nicola Baiocchi e nata anche dall’impegno di alcuni politici del territorio come Marco Curzi, Paolo Canduccci, Giorgio De Vecchis e Rosaria Falco. “Serve chiarezza” scrivono dal comitato “Ceriscioli ha sempre parlato di presidi e non ospedali, c’è una bella differenza”.
Ma quale sarà il futuro dei due ospedali? Difficile capirlo perché c’è innanzitutto un piano sanitario che la Regione sta stilando e che andrà votato dal consiglio, probabilmente dopo l’estate. Nel mezzo, poi, c’è stata la conferenza dei sindaci del 26 febbraio che ha votato per una risoluzione, a firma Pd e presentata da Offida, per avere tre ospedali nel Piceno: uno di Primo Livello a Pagliare e due di Base ad Ascoli e San Benedetto ma, ufficialmente, la Regione non ha mai dato l’ok a questa proposta.
L’unico documento “marchiato” Regione Marche che delinea il futuro del Mazzoni e del Madonna del Soccorso sono una serie di slides, tre, che Ceriscioli diede da studiare ai sindaci del Piceno alla vigilia della prima conferenza dei sindaci, quella del 2 agosto. E niente, ufficialmente, è cambiato da agosto, nessuna altro documento della Regione è stato emesso. (Altre due slides facevano parte del pacchetto di studio per i sindaci ma descrivevano il futuro ospedale di Primo Livello che poi i primi cittadini decisero di localizzare a Pagliare).
Ed ecco il futuro che quei documenti prevedono per i due ospdali piceni. I due presidi esistenti, il Madonna del Soccorso e il Mazzoni, saranno notevolmente ridotti e, scrive Ceriscioli, gestiti da infermieri. I medici a disposizione saranno di Medicina Generale e Pediatri di “libera scelta” (il pediatra di famiglia), in pratica medici di base. Nei due ospedali rimarranno Hospice, residenze per anziani, servizi di riabilitazione e poi ancora punto prelievi, consultorio, vaccinazioni e soprattutto un punto di accesso di pronto soccorso, ma solo per codici bianchi e verdi.
Solo “eventualmente” scrivono dalla Regione, i due presidi di Ascoli e San Benedetto potrebbero conservare alcune specialità fra cui Otorino, Ortopedia, Urologia, Geriatria, Ecografia ecc. Ma, al momento, si tratta solo di ipotesi. Questo quindi è al momento l’unico documento che c’è sul piatto e che descrive il futuro dei due ospedali.
Lascia un commento
E così finalmente….sono stati smascherati gli ipocriti del PD che cercano di tenere a bada la popolazione ascolana e sambenedettese. Non hanno fatto i conti con la realtà vera: ora nessuno più ha gli anelli al naso. Solo loro hanno il naso lungo da Pinocchio…. e comunque chi li ha votati penso che farà bene a riflettere.
A Nairobi nel cosiddetto terzo mondo hanno la risonanza magnetica e la tac e l’ospedale é dentro la città. Mentre i referti sono scritti con competenza ed attenzione. Il paziente che entra nell’ ospedale non viene etichettato subito come “non hai nulla và tutto bene che tanto sul referto ci scriviamo qualcosa a capocchia”