
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non è che si può avere la sensibilità e l’intelligenza di capire sempre dove stia la notizia. In qualche caso, infatti, si valuta una ipotesi di notizia ma poi ci si accorge che, ad interessarsene, oltre allo scrivente e a qualche migliaio di lettori, questo sì, non vi sia stato nessuno di quelli che potrebbero intervenire.
Mi riferisco alla situazione della Caserma Guelfa, da anni ormai pericolante e puntellata nella torretta di nord-ovest, con rischio sia per i passanti e residenti che per la perdita di memoria storica di uno degli edifici più antichi della città. Vero che l’edificio è di proprietà privata e non pubblica, ma la legge e tante vicende anche recenti testimoniano la necessità che le istituzioni si interessino a quello che potrebbe accadere.
Il Ballarin è pericoloso e si può abbattere. La Caserma Guelfa crolla da sola ma chi se ne frega
Invece:
- Il sindaco di San Benedetto non ha mostrato alcun interesse.
- Nessun assessore ha mostrato alcun interesse, e molti di loro risiedono e lavorano in quel quartiere.
- Nessun consigliere di maggioranza e nemmeno di opposizione ha mostrato alcun interesse, neanche ipotizzando una interrogazione o un atto in consiglio comunale, e dire che spesso se ne fanno per argomenti che ci sembrano marginali.
- Nessun funzionario pubblico si è preso la briga di agire, anche se la strada è interdetta al passaggio delle automobili.
- La Soprintendenza regionale non ha preso alcuna posizione né ha mai risposto alle nostre telefonate e alle nostre mail sull’argomento, forse più interessata alla preservazione delle colonnine degli anni Trenta che sorreggono la Tribuna Ovest dell’ex stadio Ballarin in fase di demolizione.
- Non ci risultano inoltre prese di posizione di associazioni solitamente molto attente, quali ad esempio Italia Nostra, né di associazioni locali o del comitato di quartiere, anche se aveva annunciato una iniziativa a tal proposito mai però organizzata.
Ovviamente quanto scritto per la Caserma Guelfa può essere esteso anche alla Torre Guelfa e alla Villa Laureati. Dentro la Torre sembra sia cresciuto addirittura un pino.
A fronte di tutto questo, chiediamo scusa se in questi mesi ci siamo interessati della vicenda, evidentemente non calibrando in maniera opportuna il vero sentimento cittadino.
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“…Quivi e’ un forte casamento quadro, fiancheggiato dalle feritoie e capace di alloggiare molta gente e bestiami. E’ guardato da sei soldati di Fanteria e sei di cavalleria di Milizia. In distanza di esso, ad un tiro di moschetto, sopra un monte vi e’ un Castelletto con una Torre per scoprire i Corsari…”
Sbagliare è umano.
Perseverare è… segno di costanza e fermezza.
Lo dicevo al Direttore, il problema non è la stampa, ma i cittadini. Si può fare il miglior articolo al mondo ma se i “lettori” lo ignorano non si può far nulla!
Non è proprio così perché se la stampa facesse la stampa, prima o poi il popolo capirebbe. Al contrario gran parte di quella che generalmente chiamiamo stampa contribuisce a fare confusione e a confondere i cittadini invece di chiarire loro le idee.
Io penso che non c’è peggior sordo di chi non vuol capire… Per quanta visibilità si possa dare a certi problemi se non attaccano nell’animo delle persone non si può fare nulla. Non può essere solo un problema di comunicazione, è un problema anche di scelleratezza della popolazione, siamo arrivati al punto in cui ormai i cittadini accettano tutto passivamente sia per paura di ritorsioni politiche sia perchè ormai la “res publica” non esiste più nella formazione civica delle persone e si pensa solo al diretto tornaconto. Così si va poco lontano e si vede chiaramente dal declino della nostra… Leggi il resto »
Scrivi: “…ormai i cittadini accettano tutto passivamente sia per paura di ritorsioni politiche sia perchè ormai la “res publica” non esiste più nella formazione civica delle persone e si pensa solo al diretto tornaconto”. Chi secondo te avrebbe dovuto e dovrebbe indirizzare le persone sulla strada giusta? Si pensa al tornaconto perché non esiste una stampa libera (ma direi senza padroni che condizionano. Basterebbe) che giorno per giorno cambi la cultura di chi vuole mettersi in politica. Oggi invece gran parte dei giornali pensano più al loro tornaconto che a far capire (da buoni guardiani) che mettersi in politica non… Leggi il resto »
Direttore direi che in primis è un problema di etica nella politica successivamente un problema di cultura civica della popolazione. La Stampa libera può fare il suo lavoro ma se i cittadini non hanno gli strumenti cognitivi per comprendere le differenze dai pennivendoli, la colpa è dei cittadini non di chi scrive…..
I cittadini potrebbero offendersi. È come se tu la prendessi con i figli se i genitori (che sono ‘amministratori’ nelle famiglie) non li hanno saputi educare
Direttore il paragone non regge: io non eleggo i miei genitori! I cittadini sono lo scempio di questa città che declina per i suoi usi e costumi!
Li segui però fino ad una certa età e,credo, che devi molto a loro. Ci sono anche giornali (pardon genitori) che danno ai figli indicazioni sbagliate e i risultati si vedono. L’unica differenza è che i genitori ci rimettono, i politici no. Se non con la propria coscienza… chi ce l’ha.
Infatti votano solo i maggiorenni! Quindi non si possono declinare responsabilità che sono individuali!
La discriminante è il senso civico! Chi capisce che vive in una comunità la cui vita è strettamente condizionata dall’azione dei singoli e chi pensa invece che può sfruttare la comunità a suo uso e piacere per i soli interessi personalistici. L’ho detto spesso: votare un certo politico per le promesse che fa è un gesto di assoluta scelleratezza perchè per ogni promessa fatta ci saranno altrettante ingiustizie a discapito di tutta la comunità ma questo deriva dal bias cognitivo di pensare di essere “più fighi” e “più furbi” nell’usufruire di un privilegio spicciolo sebbene si riceveranno molte altre ingiustizie… Leggi il resto »
Non so te ma solo chi non ragione può avere la presunzione di non essere interdipendente con l’ambiente che lo circonda ed in cui vive!
Faccio delle domande da ignorante della materia:
La struttura è privata, da quello che leggo… C’è una legge che imponga ai proprietari la messa in sicurezza della stessa?
Il comune/provincia/regione hanno facoltà di intervento, addebitando ovviamente poi le spese al proprietario?
Dove è la soprintendenza in questo caso? Ricordo un’intervento tempestivo per le balaustre, ma per la Caserma?
Attendo risposte da chi competente in materia.
All’interno dell’articolo ho riportato due link ad articoli precedenti: in uno il Comune di San Benedetto ha imposto a dei proprietari privati la messa in sicurezza di un cornicione; in un altro alcuni enti hanno imposto ai privati la messa in sicurezza di edifici di valore storico.