SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Lo avete fatto a me”, frase del Vangelo di Matteo ripresa dalle parole di Gesù Cristo, è forse la scelta più forte per contestare la politica sull’immigrazione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Scritta su uno striscione appeso al balcone del convento di San Benedetto, a seguito delle proteste che in Italia hanno adottato questo metodo per contestare il segretario della Lega, la posizione delle “miti” suore non poteva che destare notevole riflessione e dibattito non soltanto in città.

Ebbene sì, anche le suore – che ovviamente dal Vangelo traggono la loro ragione di vita, avendo dedicato alla parola di Cristo la loro esistenza – sono esseri politici. Come tutti gli uomini e le donne di questa terra, di ogni razza, sesso e religione (per citare la nostra Costituzione), hanno i diritti che ogni altro uomo o donna, almeno nel nostro paese, ha: ad esempio la libertà di pensiero e di espressione.

E ovviamente ogni posizione politica, qual è quella delle Suore Clarisse, porta con sé consenso e avversione. Guai se così non fosse. A chi si stupisce di questa libertà di espressione, soltanto perché si indossa un abito religioso, andrebbe spiegato che lo stesso messaggio di Cristo è un messaggio politico, da non confondere con partitico ovviamente, e che ciascun uomo e ciascuna donna ha, se vuole, il diritto di interpretarlo nella maniera ritenuta più idonea. Che poi vi possano essere delle adesioni o delle contrarietà rispetto alla Chiesa Cattolica come istituzione, anche questo è lecito e rientra sempre nelle libertà costituzionali già accennate.

Viva dunque le Suore Clarisse, viva la libertà.