SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Negli uffici del Comune di San Benedetto è arrivato da qualche tempo il progetto di Rfi in merito al posizionamento dei pannelli fonoassorbenti lungo la Ferrovia Adriatica. L’intervento, necessario e anche ritardato sui tempi previsti dalla legge (clicca qui) ha provocato negli ultimi mesi la nascita di diversi comitati, a favore o contro (più questi ultimi per la verità) un po’ in tutta la fascia litoranea marchigiana.

Dopo l’incontro dell’ex parlamentare di Forza Italia Gianluigi Scaltritti e dell’ex assessore di Rifondazione Paolo Virgili con il dirigente ai Lavori Pubblici Germano Polidori, questa mattina, i contorni dell’opera, almeno per quel che riguarda San Benedetto, appaiono più chiari.

Innanzitutto in cosa consisterebbe l’intervento (usiamo il condizionale in attesa di una comunicazione ufficiale): a partire dal confine settentrionale a Grottammare fino a via Giovenale, una traversa di via Volta (dove c’è la Pizzeria Il Pipistrello, per capirsi), le barriere anti-rumore costeggerebbero entrambi i lati della ferrovia. Da quel punto verso sud, fino all’altezza della Piscina Comunale, invece sarebbe protetto soltanto il lato est, verso il mare. Mentre da quel punto in poi, quindi per Porto d’Ascoli, non vi sarebbe la posa di alcuna barriera.

I tempi, però, si preannunciano molto lunghi: lungo la ferrovia verrebbero allestiti tre cantieri, i quali completerebbero l’intervento in nove anni. Ingente la spesa necessaria: si stima un costo complessivo di 34 milioni di euro.

Vi sarebbe tuttavia – anche se, lo ripetiamo, il tutto andrà verificato e contrattato, nel caso – una sorta di “prendere o lasciare“. Per cui il Comune non potrebbe indicare i punti dove vorrebbe che le barriere siano posizionate o meno, ma dovrebbe accettare il disegno di Rfi. Il che per San Benedetto, ad esempio, vorrebbe dire coprire anche il sottopasso ferroviario di viale Secondo Moretti, con la perdita della vista del Faro.

Le barriere sarebbero di diversa altezza nei vari tratti della Ferrovia: ad ogni modo l’altezza varierebbe dai 7 ai 9 metri, mediamente.

“Come animatori del Comitato Barriere Antirumore – commenta Paolo Virgili – Il nostro intento è stato quello di sensibilizzare sul problema del rumore causato dal passaggio dei treni. Ma dobbiamo dire che a fronte di un intervento così massiccio e senza possibilità di mitigazioni da parte degli enti locali, la questione rischia di cambiare, anche se occorrerà capire se certe imposizioni sono frutto di una volontà di ridurre gli investimenti da parte di Rfi, in caso di rinuncia dei Comuni”.

“Servirà al più presto un coordinamento dell’Amministrazione Comunale, che fino ad ora è rimasta silente sul tema, per capire esattamente la situazione e aiutare i cittadini a capire pro e contro dell’intervento e la possibilità di indicare dove e come intervenire” aggiunge l’ex assessore.