SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Chi non si fa un film di una partita da dentro-o-fuori prima ancora che venga giocata? Un film ideale, certo. Come tutte le storie prima che si concretizzino. E ci si aspettava una Samb non all’arma bianca nel primo tempo, e così è stato: un paio di occasioni . non limpide per il Sudtirol, due o tre situazioni non sfruttate per i rossoblu specialmente – è paradossale – in contropiede.

Zero a zero il primo tempo. Film ideale. E una ripresa via via arrembante. Perché se bisogna per forza vincere prima o poi si arriva al punto classico: o la va o la spacca. Quello è il momento, fossero soltanto dieci minuti, in cui tutte le bocche di fuoco vengono inserite: Stanco, ovviamente, goleador della squadra con 12 centri; e i vari Russotto – anche oggi ha dimostrato il suo valore – Di Massimo, Calderini. Persino De Paoli, giocatore acerbo di sicuro.

Chi non immaginava, magari, schierati tutti insieme Stanco, con Russotto e Calderini in esterno e Di Massimo in appoggio?

Ecco perché siamo rimasti amareggiati dalla sostituzione di Di Massimo. Per due motivi: assieme a Stanco è l’unico vero attaccante della squadra, se per questa definizione intendiamo un giocatore che attacca la profondità. Perché toglierlo sul risultato di pareggio vuol dire privarsi di un’arma in più in una partita diversa dalle altre; e perché ci si è privati a prescindere di una opzione importante nel caso si fosse giunti al forcing finale. Incredibile: quale film aveva in testa Magi, l’arrivo automatico di un gol da un momento all’altro.

Infatti con Russotto la Samb ha alzato il suo baricentro e il possesso palla, ma ha purtroppo ridotto le puntate centrali. Attenzione: il primo tempo non è stato spettacolare ma ad un certo punto gli angoli erano 5-0 per la Samb.

Se c’è il rammarico di questa sostituzione, quello che ci ha costernato è stato l’ingresso di Bove. Il ragazzo, che ha piedi buoni, era stato titolare a Fermo senza entusiasmare. Purtroppo Magi è innamorato calcisticamente di lui nonostante il fallimento dell’opzione estiva, il 4-3-3 imperniato proprio su Bove mediano basso. In quella posizione, nemmeno da trequartista come a Fermo, occorre una fisicità che consenta, almeno, di infastidire uno come Morosini quando si lancia in proiezione offensiva. Bove questo non lo fa, perché ha altre caratteristiche. E infatti Morosini ha preso palla e lo ha lasciato sui piedi, fino al recupero affannato e al rigore ingenuo (ma quello è un altro discorso). Altro che discorsi “non si possono prendere dei contropiede a quel modo”.

L’ingresso di Bove al posto di Di Massimo ha precluso, tutti insieme, sia il tridente (strano se pensiamo che Magi è un allenatore propenso all’attacco), sia l’eventuale 4-2-3-1 finale, e persino l’ingresso di Rocchi, rimasto misteriosamente in panchina nonostante Signori fosse sulle ginocchia (ma perché non si è fatto il quinto cambio?).

Non ce ne voglia mister Magi, ma per alzare la qualità del gioco della Samb bastava da solo Russotto, non servivano ulteriori zuccherini.

L’eliminazione era nelle possibilità perché la classifica non solo costringeva la Samb a vincere, ma appunto il Sudtirol, lo ha ammesso mister Zanetti, ha impostato una partita di attesa a protezione della difesa. Mica scemi. Era dunque una gara doppiamente difficile.

Partita, ha ragione capitan Rapisarda, che ha visto comunque i rossoblu ben messi fino al rigore, oseremmo dire auto-indotto. Ma una gara, quella di Bolzano, che sembra una sintesi del campionato appena finito, e che ci eravamo parzialmente illusi Magi avesse esorcizzato: una potenzialità espressa parzialmente, con gli uomini migliori mai tutti in campo neppure nei momenti di emergenza.

Purtroppo Magi si è dimostrato più realista del re e alla fine si è ritrovato imbrigliato in uno schema di gioco che proprio oggi, per forza di cose, doveva mostrarsi più flessibile. L’equilibrio è sempre la forza di una squadra ma morire di equilibrio è un paradosso. Se poi si scelgono i calciatori sbagliati al posto sbagliato, il rammarico resta grande.

Da domani c’è un’altra storia.