SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Roberto De Berardinis e il suo legale Christian Lucidi vogliono sapere il nome del “Corvo”, il consigliere comunale (da molti colleghi di opposizione indicato come un uomo della maggioranza di Piunti) che ci sarebbe dietro alle due denunce contro il dirigente che dal 13 marzo scorso è a casa, sospeso senza stipendio e che rischia il licenziamento disciplinare. Inoltre emergerebbero gravi conseguenze psico-fisiche che lo hanno colpito a causa di questa vicenda, col rischio, in caso di riconoscimento di un danno, di un risarcimento economico a carico del Comune di San Benedetto.

Il 3 maggio De Berardinis si deve presentare ancora una volta davanti alla disciplinare, che il 1° aprile scorso lo ha già sentito in merito al primo fascicolo aperto nei suoi confronti e legato a presunte irregolarità nella “timbratura” del suo orario d’ufficio, anche se per il suo difensore i termini per pervenire a un licenziamento potrebbero essere scaduti. Il primo fatto è risalente allo scorso 18 gennaio quando De Berardinis, a cui si contesta la mancata presenza in ufficio, era in tribunale ad Ascoli dove presenziava a una causa di lavoro intentata per mobbing contro il Comune stesso, che era pure presente in aula con il suo ufficio legale.

In vista della nuova udienza di venerdì presso l’Ufficio Procedimenti Disciplinari in Viale De Gasperi, il dirigente tramite il suo legale ha presentato delle memorie difensive la scorsa settimana. Stavolta si discuterà del secondo fascicolo aperto a seguito della successiva denuncia, sempre anonima, che contesta al dirigente la divulgazione alla consigliera Rosaria Falco, l’8 febbraio, di informazioni circa il procedimento in corso al Tar fra Comune e Picenambiente. La società partecipata chiede infatti l’annullamento della delibera del consiglio che lo scorso dicembre sancì il controllo pubblico. Per l’opposizione l’accesso a quelle informazioni era legittimo e pienamente rientrante nel diritto di accesso agli atti, tanto più se si pensa che si parla dell’annullamento di un atto dello stesso consiglio comunale.

Dagli atti difensivi del dirigente, come detto, emergerebbe la richiesta di sapere l’identità del consigliere-Corvo in quanto per il legale, senza esaminare il contenuto completo di quelle delazioni anonime, non si può sapere neppure se esse esistano davvero. Inoltre l’avvocato di De Berardinis, che parla addirittura di tre procedimenti disciplinari che il dirigente ha subito a cavallo fra ottobre 2018 e marzo 2019 (il primo procedimento però è stato solo istruito e non è andato avanti e riguarda il “caso” Spinelli) avrebbe fatto notare le pesanti conseguenze psico-fisiche che avrebbe subito il dirigente a seguito di questa vicenda con De Berardinis che a causa della sua salute potrebbe pure non poter partecipare all’udienza che lo riguarda. E’ chiaro che una situazione del genere rischia di esporre il Comune ( e anche personalmente altri soggetti che dovessero risultare responsabili) a un risarcimento del danno patrimoniale e morale nei confronti del suo dirigente.