
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Quando rientro nello stadio, ma anche quando transito nelle vicinanze e lo vedo dall’esterno, mi si stringe il cuore. Per me resta una ferita sanguinante“: a parlare è l’ingegner Enrico Cinciripini, progettista della copertura del Riviera delle Palme e dell’intervento con il fotovoltaico al di sopra delle tribune. Un intervento pensato durante la presidenza di Sergio Spina e proseguito negli anni successivi tra ritardi amministrativi e problemi burocratici e imprevisti che ne hanno compromesso l’idea originale.
Alla fine, però, lo sforzo di Cinciripini e di Spina ha regalato alla città una copertura integrale degli spalti al momento invidiata in molte parti d’Italia. A costo zero per le casse comunali. Riviera Oggi ha deciso di tornare sull’argomento perché, a seguito dell’obbligo di installare dei seggiolini nei settori di tribuna e distinti mare (spesa di 320 mila euro stimata) il tema “Stadio Riviera delle Palme” è tornato al centro della discussione politica cittadina, non sempre con il quadro chiaro di quanto avvenuto. Ad esempio, periodicamente, siamo costretti a ribadire che la i proventi del fotovoltaico sono stati utilizzati per realizzare la copertura e non hanno alcun rientro nelle casse societarie della Samb Calcio. La copertura non è stata un bene pubblico sfruttato a fini privati, ma piuttosto un rischio privato donato al pubblico. Vediamo come.
L’IDEA Nel giugno 2010 la Samb aveva appena vinto il campionato di Eccellenza dopo il crack legato alla gestione Tormenti. Presidente era Sergio Spina il quale presenta alla città e al Comune un progetto per coprire gli spalti dello stadio e realizzare sopra un impianto fotovoltaico. Lo stadio sarebbe stato dato in concessione alla Samb per 25 anni, con 20 date estive a disposizione del Comune. L’incasso dal fotovoltaico sarebbe servito sia a finanziare l’opera sia a garantire un introito costante alla Samb Calcio, concessionaria del bene. Inoltre la Samb poteva sfruttare lo stadio per amichevoli o concerti, fatte salve le 20 date gestite autonomamente dal Comune, garantendosi in questo moto un finanziamento per la gestione della squadra.
Sergio Spina ed Enrico Cinciripini nel momento in cui presentarono il progetto
COSA CHIESE IL SINDACO GASPARI Il Riviera delle Palme però, all’epoca, aveva una agibilità inferiore a 5 mila spettatori: andava infatti messo a norma sulla base del decreto Pisanu: tornelli, recinzioni, pronto soccorso, biglietteria cablata per tagliandi nominativi, illuminazione, sistema di sicurezza interno. Un costo di 1,5 milioni di euro. A carico del Comune di San Benedetto. A quel punto il sindaco in carica, Gaspari, pur apprezzando il progetto, chiede che con questo si intervenga anche per quelle opere richieste dal decreto Pisanu.
“Questa spesa di 1,5 milioni di euro andava ovviamente a pesare sul business plan pensato. A quel punto sia io che Sergio Spina abbiamo di fatto regalato sei nostre autorizzazioni fotovoltaiche affinché si riuscisse a coprire l’intervento richiesto da Gaspari: quindi abbiamo letteralmente cacciato di tasca nostra 1,5 milioni di euro. Io tra l’altro non ho neanche ricevuto un centesimo di compenso per la progettazione, come mi sarebbe spettato in quanto professionista” spiega Cinciripini.
UN AFFARE DA 3,1 MILIONI DI EURO Un milione e mezzo erano le spese necessarie per la messa a norma del Riviera (Decreto Pisanu); 1,6 milioni era l’ammontare dei lavori di copertura.
CONVENZIONE SAMB-COMUNE Tutta l’operazione si va ad appoggiare ad un intervento di un fondo di investimento svizzero che agisce attraverso Banca Intesa. Il gruppo dunque anticiperebbe la somma necessaria per pagare i lavori di realizzazione della copertura (1,6 milioni) e poi trarrebbe profitto, per 25 anni, attraverso la produzione fotovoltaica.
C’è un però: nella convenzione proposta e approvata dal Comune agli articolo 9 e 10 si fa riferimento alla possibilità del Comune di tornare in pieno possesso dell’impianto fotovoltaico in caso di un generico interesse pubblico. Con questa condizione Banca Intesa non concede il finanziamento al gruppo svizzero (poiché l’investimento rischiava di venir compromesso dall’incertezza conseguente alla restituzione al Comune dell’impianto senza termini certi). Ma a giugno Gaspari assicura Spina e Cinciripini che quei due articoli saranno cambiati.
“Quello fu il nostro errore – ammette Cinciripini – Ci fidammo delle rassicurazioni del sindaco e avviammo subito i lavori”.
L’amichevole tra Inter e Villareal dell’estate 2017
PERCHE’ QUESTA FRETTA? Il motivo, legato oltre che alla messa a norma dello stadio, necessaria in caso di promozione in Serie C della Samb, è da rintracciare nel fatto che gli incentivi per il fotovoltaico in quel momento erano molto alti. Ma già nel 2010 era in discussione in Parlamento il taglio di questi incentivi che infatti diventerà operativo nei primi mesi del 2011 (decreto Romani). Dunque vi era l’esigenza, per il progetto presentato, di arrivare all’allaccio dell’impianto a fine 2010 per ottenere gli incentivi e per far ciò era necessaria la modifica della convenzione agli articoli 9 e 10.
Invece il Comune non modifica la convenzione ritenendo in quella fase necessaria la possibilità di riprendere il possesso dell’impianto in qualsiasi momento; il fondo svizzero, privo delle garanzie necessarie all’investimento, si ritira. E a quel punto Cinciripini e Spina, assieme all’altro socio Samb Pignotti con quota minoritaria, decidono di rilevare il progetto per evitare che l’operazione collassi: siamo nel gennaio 2011.
Con il decreto Romani, intanto, gli incentivi al fotovoltaico vengono più che dimezzati. Il valore di 1,6 milioni che sarebbe stato pagato dalla società svizzera per lo sfruttamento dell’impianto crolla a circa 500 mila euro.
TROIANI & CIARROCCHI E LA CONVENZIONE CAMBIA La situazione di stallo, con lavori già realizzati per 2,93 milioni, si sblocca nel mese di maggio: mancano pochi giorni alle elezioni comunali e proprio il Comune intercetta la possibilità che la ditta Troiani&Ciarrocchi, che agisce proprio nel settore delle energie rinnovabili, subentri nella gestione dell’impianto del Riviera delle Palme. Dall’azienda, che attualmente beneficia degli introiti del fotovoltaico, arrivano appunto 500 mila euro. Grazie al fatto che l’Amministrazione Gaspari modifica stavolta gli articolo 9 e 10 della convenzione: non era stato possibile qualche mese prima, diventa possibile nel 2011.
Questi 500 mila euro si sommano al milione e mezzo di Cinciripini e Spina: restavano dunque 930 mila euro di lavori già eseguiri e da pagare e 170 mila da eseguire (impianto di illuminazione, ad esempio).
IL DEBITO RIMASTO La somma sborsata dalla Troiani&Ciarrocchi va ad abbattere parte delle opere realizzate ma restano alla fine 930 mila euro da saldare. La T&C decide allora di arrivare ad una transazione con le aziende fornitrici per un importo pari a 450 mila euro, che va scalato dagli introiti complessivi dell’impresa.
COSA RESTA DI QUESTA STORIA Resta la lungimiranza e una generosità eccessiva di due persone, Sergio Spina ed Enrico Cinciripini i quali hanno regalato alla città uno stadio che al momento è un gioiello da Serie A. Restano aziende e lavoratori che, va ricordato, hanno dovuto accettare pagamenti inferiori a quelli pattuiti. Resta la lentezza (chiamiamola così) della burocrazia comunale ad agire nel momento in cui gli introiti sarebbero stati massimi piuttosto che un anno dopo. Resta un impianto messo a norma dall’azione dei privati.
Resta anche da capire che da quell’intervento la Samb Calcio in quanto società privata non ha avuto alcun beneficio diretto, quindi oggi la gestione Fedeli come quelle in precedenza non hanno ricavi dal fotovoltaico.
Resta anche l’incapacità della città di comprendere chi si è adoperato per il bene collettivo non chiedendo nulla in cambio, commettendo errori (per eccessiva generosità in questo caso). E resta ancora oggi tanta confusione, anche in ambito politico, sui rapporti tra Comune, impianto calcistico e società di calcio.
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da sempre, fino ad oggi, su Samb e stadio i politici sambenedettesi si dividono in irrazionali tifosi e miopi schizzinosi. Altrove farebbero carte false per avere uno stadio come questo e una tradizione calcistica come la nostra. E sembra che nessuno consideri come la Samb potrebbe essere realmente un formidabile volano per la promozione della città. E’ chiaro che i politici non sono imprenditori nè devono sostituirsi ad essi e che solo dall’imprenditoria dovrebbe nascere l’impresa Samb, Tuttavia la politica deve avere una visione di fondo e fare da fermento perchè vi siano le condizioni affinchè gli imprenditori abbiano interesse… Leggi il resto »
Belle responsabilità? Grandissime responsabilità che purtroppo sembrano senza fine. E non solo per la Samb e per lo stadio.
Se Spina e Cinciripini hanno “buttato” i loro soldi per il motivo che voi avete spiegato,una domanda mi sorge spontanea:visto che Fedeli ha sempre detto che cerca qualcuno che gli dia una mano che sia del posto,perchè Spina e Cinciripini non si rimettono in gioco diventando soci di Fedeli?Così magari,fra possibili plusvalenze o altri introiti,oltre a reinvestirli per la Samb,potrebbero recuperare una parte di quella somma.
Ma i soldi ricavati oggi (e in passato) dal funzionamento del fotovoltaico dello stadio.. a chi vanno??
Il diritto è della Troiani&Ciarrocchi o quel che ne resta, valuti che ha speso 500 mila euro per beneficiarne e poi 450 mila per giungere all’accordo con i fornitori per la fine dei lavori
Ma la troiani e ciarrocchi un paio di anni fa non è fallita??
Personalmente sapevo che aveva chiuso, aveva anche lasciato diversi scoperti per poi riaprire con una diversa denominazione. Sono male informato io o qualcosa non quadra??? Se una ditta chiude e riapre con un altro nome.. mantiene i contratti?
Lasciando anche debiti?
Guardi se vuole cercherò di informarmi nella maniera più precisa sull’evoluzione di questo dettaglio. So delle vicende della T&C ma non so in che modo la cosa sia evoluta.
Ricostruzione dei fatti che rende giustizia a chi ci ha rimesso dei soldi per la Samb e la città.
Mentre qualcuno su queste pagine continuava inserire commenti attribuendone i meriti a Gaspari…
La presidenza della Samb di Sergio Spina, ultimo presidente tifoso dopo l’era Zoboletti & Co, spiega esattamente l’allontanamento definitivo dell’imprenditoria sambenedettese dalle sorti calcistiche, causato da parte della politica e di “prenditoria” locale che, scientemente, distruggono un disegno lungimirante di gestire una squadra di calcio trascinandosi dietro anche le proprie aziende. Gli incassi del fotovoltaico dovevano essere destinati alla gestione della squadra di calcio insieme alla manutenzione di uno degli stadi più belli d’Italia, ampliando un’offerta di servizi che potevano andare dalla creazione di eventi a concerti e spettacoli all’interno dello stadio, anticipando di decenni quello che ha fatto la… Leggi il resto »
Grazie. Preciso soltanto che Riviera Oggi (Pier Paolo in particolare ma anche io, Buscemi e Fazzini adesso) ha da sempre nel suo dna il senso vero di fare giornalismo. A qualcuno queste mie parole daranno fastidio ma non riesco a zittirmi perché nel lontano 1992 fondai Sambenedetto Oggi (Riviera Oggi dal 2006) per questo preciso motivo ed io soltanto so i sacrifici che ho fatto insieme a tutti coloro che hanno collaborato e stanno collaborando per quella che io considero una vera missione pro cittadini.
Già solo sapere a chi vanno oggi i soldi del fotovoltaico sarebbe un bel traguardo. Trovo il suo commento molto dettagliato e completo, purtroppo sono dell idea che non riusciremo mai a scoprire fino in fondo la verità.
Oggi sappiamo chi ha perso soldi, ma chi ha guadagnato da questa storia, chi ha remato contro, chi ha fatto il doppiogioco e chi continua ancora a guadagnarci… non lo sapremo mai.
Si fa subito a vedere chi percepisce i ricavi del fotovoltaico sopra al Riviera,basterebbe staccare la presa e vedrete come gli interessati si faranno vivi.
Ricordo una mia ricostruzione abbastanza simile di quattro anni fa: https://www.rivieraoggi.it/2015/01/02/192102/operazione-verita-sullo-stadio-riviera-delle-palme/ I costi totali risultarono di circa 4 mln: 1,5 mln x tornelli, pre-filtraggio e adeguamenti stadio, 1,5 per le coperture, 1 per i pannelli e impianto fotovoltaico. I ricavi erano di 300mila euro annui x 20 anni di fotovoltaico, poi finito a T&C.. Pagarono alla fine 2,5 mln Decasol/Troiani e Ciarrocchi, 0,6 mln sono rimasti debiti insoluti verso le ditte, il resto lo hanno effettivamente rimesso RDP di Spina e Cinciripini, quasi 1 milione di euro. Dunque Spina e Cinciripini hanno fatto in definitiva un “regalo” alla città, ma… Leggi il resto »
Rdp non è fallita però
Se non è fallita è sorprendente! RDP sta per “riviera delle palme”, era una srl costruita ad hoc solo per questo lavoro se non ricordo male.
Aveva alla fine 1 milione di debiti insoluti verso le ditte, poi Decasol saldò 400mila euro per tacitare i creditori e sbloccare bonariamente la situazione (ma non tutti furono soddisfatti dalla transazione) e i restanti 600mila sono tutt’ora insoluti e oggetto di cause pendenti, o è cambiato qualcosa?
Non vorrei perdermi nei dettagli che magari non conosco alla perfezione. Ma quando ci fu il passaggio alla Decasol, se non erro, si accollò i debiti ancora pendenti così come gli introiti futuri.
Come al solito e non solo a SBT è quasi impossibile fare i conti e comprendere le commistioni tra politica e calcio. Nel caso della specie appare incomprensibile come non sia stata sfruttata questa ghiotta opportunità e il paragone con lo stadium della Juventus calza a pennello solo che politica e società Sambenedettese non sono stati in grado di sfruttarlo a dovere.
È un vero peccato imperdonabile per tutti , politici e tifosi della SamB!