SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Stanco ma soltanto per la lunga trasferta.

Così Roberto Palestini è tornato in questi giorni in Italia, a San Benedetto, dopo il match di Muay Thai a Tokyo in Giappone. Il sambenedettese ha affrontato a Pasqua il 21 aprile, Kunikata Fujiwara, pluricampione nipponico, e ha perso soltanto ai punti dopo una gara complicata e sfortunata. Il pubblico del “Sol Levante” ha comunque applaudito a lungo Roberto Palestini e anche il suo avversario si è complimentato con lui.

Qui l’articolo

Muay Thai, Roberto Palestini perde solo ai punti a Tokyo. Il pubblico lo applaude: “Sono già in piedi, non mollo”

Roberto Palestini a Riviera Oggi racconta la trasferta e l’incontro: “Dopo il match vinto recentemente in Thailandia sono stato scelto dalla Federazione per rappresentare l’Italia in Giappone. A Pasqua è stato l’incontro più bello e importante della mia vita. Il mio avversario aveva all’attivo quasi il triplo dei miei match con una percentuale di vittorie per Ko di più del 90%. Io e il mio allenatore sapevamo chi avevamo di fronte e con chi avevamo a che fare, ma né io né lui ci siamo tirati indietro e abbiamo subito accettato la proposta”.

“Sapevo che sarebbe stata dura ma adoro mettermi alla prova e competere con l’attuale numero uno indiscusso al mondo è stata per me un’esperienza elettrizzante e di crescita – prosegue Roberto Palestini –  ed è inoltre servito per capire se potevo competere o se non ci fosse stata proprio storia. Così il giorno di Pasqua in uno stadio con mille presenti e il ‘sold out’ ho combattuto un incontro che rimarrà nel mio cuore per un mix di emozioni che in pochi hanno avuto l’opportunità e la fortuna di provare un mix di agitazione perché eravamo in terra straniera a migliaia di chilometri da casa contro un tale fenomeno e anche carica agonistica perché la fame è una cosa che non mi manca e non mi è mai mancata”.

Il sambenedettese racconta il match: “Inizia il primo round abbastanza alla pari dove lui riesce a inserire una serie di colpi fortunosi al mio fianco che sento e mi indeboliscono ma resisto bene. Nel secondo round, per me il peggiore, il campione infierisce con diversi colpi sempre al fianco procurandomi danni (due costole incrinate) e facendomi andare al tappeto per ben due volte ma in entrambe le volte ho stretto i denti, ripensando ai sacrifici fatti, alle persone che in Italia erano lì per me, ai ragazzi del mio Team Diamond che con me hanno condiviso tutti i sacrifici il dolore e il sudore e alla mia famiglia e mi sono rialzato continuando la battaglia”.

Palestini aggiunge: “Sempre nella stessa ripresa mi rompo il naso a causa di un suo pugno ma resisto nonostante prendo anche un colpo di gomito sullo zigomo sinistro che mi farà procurare poi sette punti di sutura e l’occhio si gonfia in fretta ma finisco il round in piedi”.

Un match duro ma il sambenedettese non ha mai mollato: “Non ho smesso mai di crederci, non mi sono mai arreso nemmeno dopo tutto ciò ho combattuto colpo su colpo cercando e riuscendo a ribaltare seppur di poco la battaglia a mio favore durante il terzo e il quarto round. Il quinto è stato un round più o meno alla pari che finisce con un verdetto giustamente a suo favore. Sono comunque sceso da quel quadrato con ancora più fame e ancora più consapevole delle capacità e di quello che ancora posso costruire su me stesso. Non ho intenzione di fermarmi, non mi sono arreso in questa vera e propria battaglia (n.d.r. che a giorni verrà inserita su YouTube per tutti coloro che volessero vederla) tanto che una volta sceso dal ring ho ricevuto complimenti da tutto il pubblico e i media giapponesi hanno elogiato il cuore e il coraggio che ho impresso in quel match contro un tale campione tanto da paragonare il match al primo Rocky della saga. Un esperienza da brividi”.

Roberto Palestini vuole, giustamente, ringraziare coloro che gli sono stati vicini: “Qualcosa che a dirlo rende riduttivo il tutto ma che io ho avuto il piacere l’onore e la fortuna di provare. Devo ringraziare di tutto ciò il mio allenatore Nino Gaetano Vaccariello, gli sponsor (OrthofanPro, lo studio dentistico Queiroz, Caponi, Weedy Point di San Benedetto, Rodilossi Elettromeccanica, la pizzeria Però, Menoamara Beer e la parrucchiera Maison Madè) il mio Team Diamond in particolar modo Luigi Spurio il coach in seconda, Aldo Di Clemente, Francesco Marconi e tutti gli altri ragazzi indistintamente per avermi dato la forza anche nei momenti peggiori, alle persone della mia città che hanno sempre creduto in me e anche ora non smettono di farlo e infine alla mia splendida famiglia”.

Il campione sambenedesse conclude: “Questo è solo l’inizio, il bello deve ancora venire. Porterò i colori e il nome di San Benedetto ancora per un bel po’ in giro per il mondo”.