ACQUAVIVA PICENA – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto, in redazione di Acquaviva Futura

“Il consiglio del 26 marzo è la prova dell’inutilità dell’Unione dei Comuni Piceni.
La maggioranza all’interno del Consiglio dell’Unione,oltre ad essere spaccata non ha più argomenti per difendere la scelta fatta nel 2014/2015. Alla fine del consiglio il consigliere di Monsampolo Mauro Schiavi, componete della maggioranza, ha attaccato il Sindaco di Acquaviva Pierpaolo Rosetti attribuendo la colpa del fallimento dell’Unione ai due Sindaci di Acquaviva e Monteprandone (Stracci, però, era assente).

In particolare ha accusato il Sindaco Rosetti di non aver fatto nulla affinché i buoni proposti iniziali diventassero realtà. Lo scontro tra Mauro Schiavi e Rosetti è andato anche oltre le problematiche dell’Unione visto che il consigliere ha rinfacciato a Rosetti di aver ospitato i ragazzi di Acquaviva nei locali della scuola di Monsampolo dopo il terremoto del 2016 tutto a carico delle casse comunali, rincarando la dose dicendo che l’ISC Acquaviva-Monsampolo si “regge” grazie a Monsampolo e che non capisce il perché il comune non non abbia fatto nulla per unirsi alla scuola di Monteprandone.

Dal canto suo il Sindaco Rosetti ha ricordato di aver ringraziato più volte Monsampolo per l’ospitalità e  che considera ASSURDO sentirsi dire che l’ISC si regge grazie a Monsampolo accusando a sua volta il comune di non aver fatto nulla per allargare l’ISC visto che non ha partecipato alle riunioni. In merito all’Unione ha dato la colpa all’Amministrazione monsampolese di non aver fatto nulla per un anno e mezzo per le note vicende politiche.

Tornando dell’Unione dei Comuni Piceni, tenutosi a Monteprandone, sono state approvate delle modifiche allo statuto per consentire ad ogni comune di uscire dall’Unione in qualsiasi momento.

Come Gruppo Consiliare Acquaviva Futura siamo contenti di aver ottenuto un primo risultato anche se minimo, ma che ci consentirà di chiedere l’uscita di Acquaviva dall’Unione ad ogni consiglio comunale  visto che l’ente produce solo maggiori costi a fronte di nessun servizio. La particolarità della seduta del 26 marzo sta nel fatto che, per approvare le stesse modifiche, il Consiglio si era già riunito il 21 febbraio.

Da cosa è nata l’esigenza della nuova convocazione?
Dopo lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Monsampolo, a novembre 2018, il Commissario Straordinario nominato dal Prefetto è investito di tutti i poteri di rappresentanza spettanti al Sindaco, compreso quello di componente di diritto di organi di enti quali le unioni di comuni, ma al Consiglio del 21 febbraio era stato ancora invitato l’ex Sindaco di Monsampolo, Caioni, che ha partecipato, e non il Commissario prefettizio, che invece aveva diritto di esserci.

Quindi il Consiglio del 21 febbraio non era costituito nella pienezza dei suoi componenti e c’erano in tutto 12 presenti, fra cui uno non legittimato. Se si tiene presente che per approvare le modifiche di uno statuto, occorre la maggioranza qualificata (12 voti favorevoli), si capisce che “pasticcio” ne è venuto fuori, con una delibera che si considerava approvata perché aveva riportato 12 voti favorevoli, ma 1, quello di Caioni, non poteva essere considerato.
La segretaria comunale si è scusata assumendosi la responsabilità dell’errore e questo lo apprezziamo, ci mancherebbe; si tratta di un errore rimediabile e… “errare è umano”. Come abbiamo detto… “errare è umano”, si può sbagliare, ma se si è stati avvisati, l’errore è meno giustificabile.

Non solo il Consigliere Pignotti di Acquaviva Futura aveva posto il dubbio alla segretaria comunale e al Sindaco Rosetti prima dell’inizio dei lavori del consiglio dell’Unione del 21 febbraio 2019, ma avevamo avvisato il Sindaco Rosetti con apposita interrogazione il  31 gennaio 2019, facendo presente che, in base a un parere in data 01.04.2005 del Ministero dell’Interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali – Territorio e autonomie locali, ribadito con successivo parere del 12.09.2008: “il commissario straordinario risulta investito di tutti i poteri di rappresentanza normalmente spettanti al sindaco, ivi compreso quello di componente di diritto di organi di enti quali le unioni di comuni”, mentre invece, in base alla legge e allo Statuto dell’Unione, i consiglieri comunali, cessati dalla carica per effetto dello scioglimento del loro consiglio, continuano ad esercitare fino alla nomina dei successori.

 Ora ci chiediamo:
il sindaco Rosetti quando ha letto la nostra interrogazione del 31 gennaio?
Possibile che non sia riuscito a leggerla prima del 21 febbraio?
Non diciamo che avrebbe dovuto leggerla subito, ma almeno dopo un paio settimane! Ecco mettiamo che l’avesse letta verso il 18 – 19 febbraio; avrebbe potuto chiamare la Segretaria e dire: “Scusi, dottoressa, ma “questi” scrivono che Caioni non è più il presidente dell’Unione e al suo posto ci deve essere il Commissario prefettizio; caso mai avessero ragione?”.