TERAMO – Dall’alba del 16 aprile è in corso un blitz antidroga in più parti d’Italia.

Operazione “Rubino” della Polizia di Stato di Chieti denominata ‘Rubino’ coordinata dalla Dda dell’Aquila. I poliziotti della Squadra Mobile stanno eseguendo perquisizioni a carico degli indagati nelle province di Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila, Varese, Milano e Roma.

“L’attività – informa una nota – è frutto di un’indagine durata circa due anni che ha permesso di smantellare un sodalizio criminale operante in Abruzzo e dedito a un vasto traffico di sostanze stupefacenti”.

La base logistica dell’organizzazione criminale veniva individuata nella provincia teatina. Il sodalizio si avvaleva di ulteriori gruppi, nuclei e “cellule” dislocate soprattutto nelle province di Chieti, Pescara e Teramo: una vera e propria capillare rete di distribuzione dello stupefacente sostenuta da un’articolata collaborazione di aderenti con il compito di smistare rilevanti quantità di droga e ricavarne ingenti somme di denaro.

Nel corso delle indagini sono stati tratti in arresto 25 soggetti in flagranza di reato (quattro nel Teramano) per detenzione a fine di spaccio di cospicui quantitativi di sostanza stupefacente ed indagati ulteriori 57 individui.

Considerevoli sono stati i sequestri operati anche fuori regione: 300 chili di marijuana del tipo “orange” (una delle migliori qualità), 90 chili hashish, un chilo di cocaina, stupefacente che sul mercato al dettaglio avrebbe fruttato circa 5/6 milioni di euro, nonché 20 mila euro in contanti provento dell’attività di spaccio, armi e munizionamento.

Nel corso delle indagini non sono mancati episodi in cui si è palesata tutta la valenza criminale e la pericolosità di alcuni degli indagati: è il caso di un sodale albanese che si “procura” clandestinamente una pistola ed un fucile a canne mozze con il chiaro intento di utilizzarli per risolvere una controversia, proposito sventato grazie al tempestivo intervento degli operatori della Squadra Mobile della Questura di Chieti che riuscivano ad intercettare e disarmare preventivamente il soggetto.

E ancora, la necessità di recuperare denaro per saldare le partite di stupefacente portavano anche alla progettazione di reati “predatori” e, in una circostanza, veniva sventata una rapina progettata in danno di una farmacia del Teramano, sequestrando una pistola ad aria compressa modificata ed un passamontagna.