SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Un copione già scritto, abbiamo assistito ad una discussione deprimente dove la verità era la grande assente. Assurdità indescrivibili, evidentemente la materia Alcol da fastidio come sempre”. A parlare, dopo il consiglio comunale del 12 aprile, è il volontario dei Cat (centri alcologici teritoriali) Renziero Papetti, in prima linea negli ultimi mesi contro la soppressione del servizio Risposte Alcologiche e autore, assieme alle famiglie seguite dal programma di recupero, degli striscioni di protesta esposti in aula venerdì sera. In quell’occasione, infatti, si è discussa (senza successo) una mozione a firma di Rosaria Falco per far riaprire il servizio sociale.

“Gli interventi della maggioranza hanno mistificato alcune mie note stampa prendendo di una frase quello che faceva comodo” continua Papetti “tutto ciò non mi rasserena e non ci rasserena perché le famiglie sono uscite distrutte. Io ancora non riesco a credere a quello che è accaduto. Vedo ancora i sguardi “persi” delle famiglie presenti che già hanno fatto uno sforzo incredibile a mostrarsi, guardarmi increduli e provo profondo dispiacere per loro”.

Hanno avuto il coraggio di dire che la dottoressa Vici ha rifiutato di proseguire con la cooperativa, cosa non vera non c’è nulla di scritto al riguardo, qualsiasi Amministrazione che si rispetti scrive, invia mail. Anziché rafforzare, credere, salvaguardare una grande realtà Sociale di alto Livello si è pensato bene di ridurla a brandelli, vanificandola, togliendogli un’identità ormai consolidata è radicata nel nostro territorio” scrive ancora il volontario del Cat sambenedettese che si dice, anche a nome delle famiglie “in cura”: “Siamo rammaricati, tutte le persone che conoscono o sono venute a conoscenza di ciò che è accaduto sono contrarie a questa chiusura. Hanno deciso tutto tra loro”.

“Voglio ringraziare pubblicamente a nome delle famiglie e personalmente i Consiglieri di minoranza per il loro impegno fuori da ogni coinvolgimento strumentale e politico, ci tengo a precisare che sono stato io a cercare loro a metterli a conoscenza di quanto stava accadendo altrimenti tutto sarebbe rimasto sepolto e dimenticato” prosegue Papetti che annuncia anche: “Siamo pronti a portare in altri luoghi istituzionali le nostre ragioni e lo faremo”.