SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si avvicina il 25 aprile, la Festa della Liberazione. Negli ultimi anni non sono mancate le polemiche dall’area del centro-sinistra per le celebrazioni di questa data da parte dell’amministrazione di centro-destra guidata da Piunti. Ricorderete, infatti, le polemiche per “Bella Ciao”, la canzone partigiana finora mai intonata, durante l’amministrazione Piunti, in occasione delle celebrazioni (clicca qui).

A meno di due settimane dal 25 aprile 2019 Giorgio Mancini e Giulio Spadoni, ex consiglieri comunali ed esponenti di centrosinistra si lasciano andare ad alcune considerazioni che pubblichiamo qui di seguito.

“Quelli che vedete nel collage di foto sotto riportato sono alcune delle vie cittadine che ricordano uomini che hanno dato vita (e dato la vita) alla Resistenza nel nostro territorio o civili o appartenenti alle forze dell’ordine barbaramente uccisi delle forze nazi-fasciste. Luoghi dimenticati, vie senza alcuna targa o con targhe solo con nome e cognome, o solo con la dicitura “patriota”. Nulla che ricordi chi fossero costoro e cosa hanno compiuto o come siano stati uccisi, dove e da chi. Una memoria cittadina che, con la scomparsa delle generazioni che hanno vissuto quei fatti, rischia di andare dispersa.

Abbiamo pensato di proporre ad amici e compagni per festeggiare degnamente il 25 aprile un percorso della memoria tra queste vie affiggendo cartelli che ricordassero gli uomini a cui sono intitolate. Una richiesta ed auspicio: che l’Amministrazione rimuova le nostre “targhe” solo dopo averle sostituite con altre identiche di marmo.

Purtroppo la nostra proposta ha trovato ostacoli per la paura di essere accusati di abusivismo o per il timore che questi cartelli potessero essere imbrattati o altre timidezze e cautele forse eccessive.

Rimane l’amarezza. Questo è il sentimento che ti assale quando vedi la tua città che accetta:

  1. che le celebrazioni del 25 aprile siano svolte in maniera burocratica, da 2 anni, (e non c’è due senza tre) senza far suonare alla banda cittadina “bella ciao” e senza più alcun intervento da parte di storici o appartenenti all’ANPI o famigliari delle vittime. Con la deposizione delle corone “a ricordo dei morti di tutte le guerre”
  2. che l’Amministrazione non organizzi nulla per ricordare il 18 giugno 1944, data della liberazione della città da parte delle truppe inglesi e polacche. Poi messa in imbarazzo da qualche testardo che organizza una iniziativa in merito, pensa di riparare ricordando l’anniversario della liberazione della città con un incontro con i tour operator polacchi: “Turisti e ciclismo. Dalla Polonia nuove amicizie e vecchie ferite” questo il titolo di un quotidiano locale.
  3. che il Sindaco ricordi i morti dei bombardamenti del paese alto (tra l’altro bombardamenti anglo-americani!) e il sacrificio del maresciallo Nardone e del carabiniere Isaia Ceci uccisi per mano nazista perché cercarono di impedire la razzia delle provvigioni alimentari e invece non faccia alcun riferimento a quei ragazzi che scelsero di organizzarsi nella resistenza ai nazisti e ai loro leccapiedi fascisti e persero la vita: Gian Maria Paolini, Mario Mazzocchi, Francesco Fiscaletti della banda Paolini; Gabrielli Cesare, Antonio e Luciano della banda Stipa; Neutro Spinozzi della banda Zara. Oppure a persone che sono state protagoniste di episodi resistenziali importanti per la città come Giovanni Nebbia, Elio Tremaroli o il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa il cui contributo alla lotta contro la mafia e il terrorismo è noto a tutti mentre meno conosciuto è il suo ruolo nella resistenza cittadina al nazifascismo.
  4. che i manifesti del “blocco studentesco” (casapound) per i 100 anni dei fasci da combattimento con tanto di frase di Benito Mussolini siano rimasti affissi per 3 giorni, in molti posti della città, senza che nessuna autorità facesse nulla.
  5. che gli stessi manifesti siano stati rimossi, solo dopo segnalazione ai vigili e alla stampa da parte del solito testardo, senza però che l’amministrazione trasmettesse alla Procura della Repubblica la notizia di reato di apologia del fascismo.

 

Questa nostra amarezza potrà svanire solo quando torneremo a cantare Bella ciao e, il 25 aprile, a rendere il giusto omaggio a coloro che hanno combattuto contro la barbarie nazi-fascista e per restituirci la democrazia e la libertà”.