MONTEPRANDONE – Entro sabato si avrà l’ufficializzazione della candidatura di Bruno Giobbi a sindaco di Monteprandone, a meno di clamorosi ripensamenti. La notizia, che serpeggia da giorni e settimane in vista del voto amministrativo del 26 maggio, è oramai confermata stante gli incontri frequenti dello stesso Giobbi con i possibili partner nell’avventura elettorale.

Ex presidente della Pro Loco (ha lasciato l’incarico poche settimane fa) e di professione veterinario, Giobbi infatti era stato cercato dal M5S cittadino come possibile candidato pentastellato, ma poi, vista la desistenza dei Cinque Stelle dalla competizione elettorale, Giobbi ha deciso di proporsi a capo di una lista civica.

I cui contorni si stanno formando: due gli incontri ai quali ha partecipato Giobbi nelle ultime due sere, il secondo dei quali, mercoledì 3 aprile, aperto a coloro che appoggeranno la sua candidatura. E non ci sono soltanto civici, espressione in questi tempi abusata per segnalare coloro che non hanno tessere di partito. Ma anche persone conosciute e attive nel mondo della politica cittadina.

Innanzitutto una parte dei Cinque Stelle monteprandonesi (anche se qualcuno potrebbe essere attratto da Loggi). Ma anche Anna Maria Rupilli, candidata con una civica sia nel 2009 che nel 2014, e, pur se in quelle occasioni non organica al centrodestra, sicuramente di area moderata (anche se non è certo che si candidi come consigliere comunale stavolta). E anche il gruppo di “Partecipa-Scegli-Decidi”, con i consiglieri comunali Marino Lattanzi e Sergio Ciampini, oltre Marco Capriotti.

Una aggregazione dunque composita la quale, a meno di scossoni, dovrebbe ufficializzare la propria presenza nella contesa elettorale entro sabato.

Forse fra tutti fa più rumore la partecipazione del gruppo di Marino Lattanzi, che nei mesi scorsi era sembrato vicino a Sergio Loggi: “Da Loggi abbiamo subito dei veti circa la candidatura di Lattanzi – spiega Marco Capriotti – che non riteniamo accettabili. Il nostro obiettivo in realtà era di unire la nostra forza con quella di Loggi e Giobbi, ma non è stato possibile”.