SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lui è Nicola Mozzoni, titolare dell’Hotel Relax di San Benedetto e figlio dell’ex assessore al Turismo Domenico, scomparso prematuramente nel 2016. Assieme a Gaetano De Panicis, presidente di Assoalbergatori, sta mettendo in piedi un comitato che si interessa delle sorti di un lungomare che, per chi lo vive e ci lavora, può essere considerato un po’ dimenticato. Non fosse altro per il fatto che, quel tratto di Viale Marconi ed Europa, sarà l’ultimo a essere interessato dalla riqualificazione del lungomare progettato negli anni ’30 da Luigi Onorati.

Abbiamo incontrato Nicola proprio nel suo hotel, dove, assicura ai residenti della zona, “potete venire a firmare per aderire al comitato”.

Ciao Nicola, ci parli di questo comitato appena nato?

“In realtà sta nascendo in questi giorni, siamo già in giro fra i residenti e le attività commerciali per raccogliere le adesioni. Si chiamerà “Comitato Lungomare Marconi e Europa”. In realtà avevamo pensato di chiamarlo Comitato Lungomare di Mezzo per richiamare un po’ la Terra di Mezzo del Signore degli Anelli”.

Vi sentite terra di mezzo quindi in questa parte di lungomare?

“Sì, perché questo tratto possiamo dire che, negli anni, è stato dimenticato un po’ da tutte le amministrazioni che si sono succedute. La parte Sud è stata riqualificata da oltre dieci anni mentre quella a Nord da poco, lasciandoci per anni tagliati fuori. Adesso sappiamo che ci sono investimenti in programma per finire anche questa parte. Noi, come comitato, ci prefiggiamo di controllare che i lavori vengano fatti e fatti bene e nel frattempo che venga assicurata la giusta manutenzione per rendere questa zona più vivibile”.

Che problemi incontra chi vive e lavora in questa zona?

“Ci sono almeno una ventina di palme morte e mai sostituite, problemi di immondizia e potature non fatte. Per farvi un esempio: l’altra mattina ho ritrovato nella pineta accanto al mio hotel venti lattine di birra e dieci cartoni di pizza. Abbiamo pulito noi del Relax, come da tempo facciamo in quel parchetto. Non saremo un comitato polemico ma agiremo per migliorare tutte queste situazioni, magari segnalando costantemente agli uffici preposti”.

Il parchetto pubblico accanto all’Hotel Relax 

Chi farà parte di questo comitato?

“Noi siamo aperti a tutti: dagli albergatori ai balneari passando per le attività commerciali e anche ai residenti. Contiamo di arrivare almeno a 200 firme, in modo da far sentire più forte la nostra voce”.

Che rapporto contate di avere con l’amministrazione visto che vi occuperete, da quello che abbiamo colpito, di controllare i lavori pubblici?

“L’amministrazione la vedo piuttosto propositiva, come membri del direttivo dell’Associazione Assoalbergatori io e De Panicis li abbiamo incontrati da qualche giorno. Ripeto, non abbiamo intenzioni polemiche o di protesta ma di semplice vigilanza. Controlleremo palma per palma e vigileremo soprattutto sui lavori di riqualificazione di questo tratto. Questo perché, rispetto agli altri tratti, incontreranno anche diverse pinete pubbliche. Non ci prefiggiamo certo di cambiare i progetti ma potrebbe capitare che qualche cosa venga fatta in maniera errata e noi potremmo suggerire. D’altronde, parlo da albergatore, l’amministrazione ha aumentato la tassa di soggiorno e credo che i maggiori proventi vadano reinvestiti per il bene dei cittadini e del Turismo”.

A proposito di Turismo. Lei ha parlato di incuria in questo tratto di lungomare. I turisti si lamentano?

“Qualcuno ogni tanto fa notare qualcosa che non va anche se, tendenzialmente, chi viene in vacanza qui apprezza tantissimo le nostre palme, sono un valore enorme che dobbiamo salvaguardare perché sono un biglietto da visita, sono l’esotico più vicino come diceva uno slogan di qualche anno fa. Quello che noto, mi consentirete, è che i turisti tengono ancora la testa alta rispetto ai sambenedettesi e notano la bellezza di questo viale contornato dalle palme mentre noi, magari, ci concentriamo di più sulle buche della strada. Per questo le palme e la vegetazione del nostro lungomare sono patrimoni da salvaguardare”.

Una delle palme morte (e non sostituite) di cui parla Nicola Mozzoni