GROTTAMMARE – Torna l’appello alla solidarietà a favore del Popolo Saharawi. E’ fissata a sabato 13 aprile l’edizione 2019 di “Insieme per il Saharawi”, l’iniziativa che da 14 anni sostiene sensibilmente il progetto di cure e accoglienza sanitaria dei bambini della comunità profuga nel deserto del Sahara, legata alla Città di Grottammare da un Patto di Amicizia.

Invariata la formula della serata, che da anni mobilita e unisce tantissime persone – grottammaresi e non – nell’intento di assicurare cure mediche appropriate a bambini affetti da gravi disabilità: la cena si terrà nel ristorante del Residence Le Terrazze di Grottammare, con inizio alle ore 20.30.

Non mancherà la lotteria organizzata grazie alla generosità di numerosi sostenitori, tra privati cittadini e imprese del territorio. Confermata anche la presenza dell’animatrice Pippi, che intratterrà i piccoli partecipanti durante la serata.

Una salda rete di solidarietà, infatti, permette alla manifestazione, organizzata dalla Consulta per la fratellanza tra i popoli del comune di Grottammare, di rinnovarsi di anno in anno: quest’anno ne farà parte anche il gruppo musicale Back to Black.

Il costo di partecipazione è di 25 euro per gli adulti (comprensivo di contributo 10 euro); 12,50 euro per bambini dai 5 ai 12 anni; gratuito per bambini fino a 4 anni.

A richiesta, la direzione del Residence Le Terrazze propone varianti vegetariane del menu ufficiale (pubblicato sulla pagina evento Facebook “Cena di solidarietà Insieme per il Saharawi) e un menu bimbi.

La partecipazione va confermata ai seguenti numeri 3936252042 – 3498087267. Info e aggiornamenti su FB “Cena di solidarietà Insieme per il Saharawi”.

Il Progetto Saharawi è un progetto di solidarietà internazionale attivato dal Comune di Grottammare nel 1999. E’ affidato alla gestione della onlus Rio de Oro che opera anche direttamente nei campi profughi con i propri volontari. La Consulta per la fratellanza tra i popoli da sempre collabora con l’amministrazione comunale per sostenerlo, con eventi e iniziative per tenere viva l’attenzione su uno dei tanti Popoli abbandonati della terra, sacrificati a vivere nella zona più inospitale del deserto del Sahara dai tempi dell’occupazione delle loro terre, avvenuta nel 1975.

La scelta di  percorrere la via diplomatica invece che quella delle armi, intentata in un primo momento, fa del Popolo Saharawi una comunità in perenne attesa di rientrare nei propri territori per procedere al referendum di autodeterminazione, stabilito e più volte riconfermato anche dalle Nazioni Unite ma contrastato dagli occupanti.