Accredito stampa. Dico spesso (da almeno 40 anni) che intervistare allenatori o giocatori che hanno lasciato di recente la Samb è sbagliato. Anche se per i clienti lettori potrebbe essere motivo di interesse, la rabbia o il rancore di chi lavora in altri lidi potrebbero creare zizzania e malumori in un ambiente già effervescente che non ne ha certamente bisogno. Insomma non la ritengo cosa buona per la Sambenedettese Calcio. Presidenti e allenatori passano, la Samb resta. Mi sono speso, invece, sempre in prima persona contro chi fa del male alla mia squadra del cuore.

L’esempio principe risale all’epoca Venturato che diede il primo colpo di grazia ai nostri colori. Dalle pagine di Espresso Rossoblu, io e Pino (mio fratello) cercammo di evitare la ‘scomparsa’ della Samb (purtroppo inutilmente) soli contro tutti. Il cosiddetto “finanziere” trevigiano per ritorsione esercitò il chiaro abuso di potere di toglierci l’accredito, quindi l’ingresso in sala stampa tra il silenzio assoluto dell’Ordine dei Giornalisti. Pagammo regolarmente il biglietto per continuare, seppur tra tante difficoltà, il nostro lavoro. Un comportamento simile lo abbiamo ricevuto recentemente come Riviera Oggi quando l’ex sindaco Gaspari ci escludeva dalle conferenze stampa perché indesiderati. Anche in quest’ultimo caso solidarietà vicina allo zero.

Una premessa d’obbligo da “esperto in materia” alla luce di quanto oggi la società ha deciso nei confronti di Luca Bassotti al quale il presidente rossoblu Franco Fedeli ha tolto l’accredito stampa e quindi la possibilità di fare il proprio lavoro, pur avendone il legittimo diritto. Un errore gravissimo perché non ci sono mai motivi validi che possano impedire ad un giornalista di esprimere liberamente il proprio pensiero (offese gravi a parte per le quali esistono sedi opportune).

Il fatto che lo stesso Bassotti abbia dato la parola all’ex allenatore rossoblu Capuano, come recentemente era stato fatto con Francesco Moriero, non legittima la decisione punitiva nei suoi confronti. La libertà di intervistarli è sacrosanta e volerlo impedire con azioni punitive è sbagliato.

Nella circostanza poi è stato commesso un doppio errore perché la società rossoblu ha agito contro l’uomo e non contro l’editore che pubblica tramite il Direttore Responsabile della testata. O sono colpevoli entrambi o nessuno dei due. Nessuno dei due chiaramente, nel caso specifico.

Mi auguro quindi che Franco Fedeli ne prenda atto e ritiri la decisione che, ripeto, non ha nessuna giustificazione.

All’uopo voglio ricordare che un caso simile accadde a Catania e l’autore del diniego fu condannato dal giudice al pagamento dei danni. L’aspetto economico chiaramente non c’entra nulla.