SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Giuseppe Magi è tornato sulla panchina della Samb e oggi ha diretto il suo primo allenamento. Il mister pesarese, esonerato a fine settembre dopo la sconfitta per 2-1 a Gorgonzola contro la Giana Erminio, ritrova un ambiente profondamente diverso da quello che aveva lasciato. A partire dall’apparato dirigenziale, adesso rappresentato dal solo Ds Pietro Fusco, ma che sei mesi fa poteva contare anche su Andrea Fedeli, Francesco Lamazza e Andrea Gianni, due su tre commissariati da Franco Fedeli (l’altro, Andrea Fedeli, si è autoesiliato) dopo l’avvio da incubo della Samb, che dopo 4 partite era ultima in classifica, non riusciva a esprimere un gioco accettabile e sembrava davvero una squadra senza speranze.

Il progetto tecnico, anche per quanto riguarda i calciatori, è stato in buona parte bocciato dal patron che ha dato il ben servito a tanti dei giovani presi in estate per Magi, basti pensare ai vari Islamaj, Kernezo, Trillò che hanno salutato i colori rossoblu assieme, o poco dopo lo stesso allenatore. Nel frattempo è passata un’intera era: quella di Giorgio Roselli che ha dato alla squadra un’impronta precisa, a partire dal modulo (un 3-5-2 quasi mai abbandonato durante tutta la sua avventura), impronta che ora starà al mister pesarese decidere se rivoluzionare in qualche modo. La prudenza vorrebbe cambi minimi ed è abbastanza probabile che Magi non tocchi certi assetti tattici magari intervenendo su qualche dettaglio e sulla scelta degli uomini, forse assecondando le “voglie” di Fedeli che in più di un’occasione ha espresso la volontà di vedere con più continuità in campo alcuni giovani come Bove, Di Massimo e lo stesso Ludovico Rocchi, mai utilizzato dal mister nella sua breve avventura e scopertosi una promessa sotto la gestione Roselli prima di venire un po’ accantonato, per la verità, anche dall’allenatore esonerato negli ultimi tempi.

C’è poi da fare i conti con l’ecosistema del tifo.  Il cambio di panchina a poche giornate dalla fine, un po’ come successo lo scorso anno con Capuano e Moriero, ha diviso i tifosi aggiungendo perplessità a uno stato d’animo, riscontrabile anche col progressivo calo delle presenze allo stadio nei mesi, permeato da delusione e a tratti da indifferenza. Galleggiare a metà classifica, leitmotiv di buona parte di questa stagione, ha sortito l’effetto di una camomilla per tutto l’ambiente e il come-back del mister ex Bassano e Gubbio, nelle intenzioni, è una botta di caffeina. Dicevamo delle perplessità però, inevitabili tra i tifosi che associano Magi con l’oggetto informe che sembrava la Samb a inizio campionato, e che possono essere vinte solo dai risultati. La Samb, in teoria, è ancora in grado, nelle sei partite che restano, di agganciare posti un po’ più soleggiati in ottica playoff. Non pensiamo di certo al terzo posto, ormai lontano 14 punti ma magari al settimo oppure ottavo che distano rispettivamente 8 e 4 punti con 18 gettoni da guadagnare. Solo il campo ci dirà se questa stagione per i rossoblu sarà definitivamente da etichettare come una battuta d’arresto nel percorso, finora sempre in miglioramento, della gestione Fedeli. Insomma Giuseppe Magi ha sei partite per cambiare il destino suo e della squadra. Già domenica dopo la sfida con la Virtus Verona avremo qualche risposta in più.