SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Cause, licenziamenti, contestazioni, utilizzo improprio dei lavoratori; l’appalto raccolta macerie revocato; sottrazione di beni preziosi di terremotati. E poi, ma primi e non ultimi organizzazione del servizio, sicurezza, contratto aziendale; è assolutamente necessario una chiamata a raccolta dai lavoratori per un progetto partecipativo, utile ed indispensabile per recuperare un buon rapporto con i cittadini e proiettare l’azienda nel futuro”: una dura presa di posizione su Picenambiente arriva dall’Ugl Provinciale, una delle sigle rappresentative dei lavoratori della partecipata nella Rsu. 

C’è anche un destinatario piuttosto preciso nelle parole del sindacato, impelagato da mesi in un difficile tavolo per la firma contratto integrativo, e si chiama Leonardo Collina, l’Amministratore Delegato di Picenambiente: “Avevamo sperato che l’Amministratore Delegato potesse rappresentare la soluzione ai problemi presenti in Picenambiente; oggi, registriamo che l’Amministratore Delegato è il problema non la soluzione”.

Perché parole così dure dal sindacato? Il 28 marzo ci sarà l’ennesima riunione con tutti i sindacati. Finora grandi passi in avanti non ci sono stati. E alcune parole lo testimoniano: “Tutte le iniziative partecipative, le ipotesi di miglioramenti organizzativi, ponendo in sinergia lavoratori ed efficienza del servizio sono rimasti lettera morta” dice Ugl, “è come se il cattivo sistema esistente in Picenambiente non fosse riformabile; un brutto e miope clima da “caserma”.

“L’assenza di una gestione illuminata, alta, capace di riannodare il personale, raffreddare i conflitti interni, recuperare i diritti dei lavoratori e dare trasparenza, qualità ed efficienza al servizio, hanno aggravato le condizioni di forte disagio del “corpo” aziendale – continua la  nota – lo stallo, l’impaludamento del contratto aziendale sta lì a significare che l’Amministratore Delegato ha fallito l’obiettivo di coinvolgere le risorse umane ad un progetto aziendale per proiettare Picenambiente nel futuro; sta generando scollamento all’interno dello stesso gruppo dirigenziale”.

Ugl si auspica un cambio di registro e assicura che i lavoratori vogliono dare il loro contributo ma punta il dito anche sulla politica e, in particolare sul sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, investito negli ultimi mesi da due diffide dell’opposizione sulla questione : “Osserviamo” scrivonouna forte criticità di ruoli tra pubblico e privato in termini di posizionamento aziendale, sottoposti a duro contenzioso giuridico ed amministrativo; nello stesso tempo salta agli occhi la estrema fragilità, per non dire altro, del Sindaco del Comune di San Benedetto del Tronto, socio pubblico più rappresentativo di Picenambiente, e sulla carta garante di un ipotetico piano industriale riconciliativo”.

“Una concatenazione a tuttotondo che mette in luce una condizione di “sbando” in Picenambiente” dicono da Ascoli e minacciano azioni forti: “Il 28 marzo ci sarà un nuovo incontro con l’Amministratore Delegato e il Presidente di Picenambiente. La Ugl è pronta ad iniziative anche clamorose per squarciare questa cristallizzazione, questi veleni e questa opacità che sta penalizzando lavoratori, azienda e città”.