MONTEPRANDONE – “Parliamoci chiaro” è il titolo dell’incontro che Orlando Ruggieri ha organizzato con la cittadinanza nella serata di venerdì 15 marzo in Piazza dell’Unità. Proprio quel titolo sembrava preannunciare l’intenzione di Ruggieri di svelare qualche oscuro retroscena in merito alla competizione elettorale interna al Pd del prossimo 31 marzo che lo vedrà scontrarsi, vis à vis, con Emerenziana Cappella.

In effetti, qualche sassolino dalla scarpa Ruggieri se lo toglie e, rivolgendosi alla piazza con l’intenzione di “dirsi tutto alla luce del sole”, non ha perso occasione per rimproverare la condotta di molti personaggi interni al partito democratico, tra cui la sua stessa sfidante Emerenziana Cappella, Sergio Loggi e l’attuale sindaco Stefano Stracci.

Dopo la mia disponibilità a candidarmi – spiega Ruggieri – si sono diffuse delle fantasiose, tattiche, strategiche voci nel nostro partito. Si sono scomodati in questa impresa quelli che chiamo esportatori seriali di sconfitte comunali: il consigliere regione Fabio Urbinati, laureato alla facoltà di non farsi i fatti suoi per poter raccogliere qui voti alle regionali, l’aspirante sindaco di San Benedetto Tonino Capriotti, che vuole far dormire sogni tranquilli a Piunti, Pietro Colonnella, che ha voluto presenziare alla riunione di queste fulgide menti, sponsor ufficiale di Sergio Loggi, e l’attuale opposizione capeggiata da Marino Lattanzi”.

Riferendosi senza mezzi termini a Sergio Loggi, prosegue Ruggieri: “Per anni è rimasto silente sulle estemporaneità del sindaco, che di fatto lo ha spogliato di quasi tutte le deleghe. Dopo dieci anni di palate di melma, ora trova il coraggio di prendere le distanze da questo piatto per andare dalla parte di chi gli ha fatto opposizione, come Lattanzi. Complimenti per la coerenza”.

Parole dure non vengono di certo risparmiate nei confronti dell’attuale sindaco: “Stracci segue l’insensato sogno, tipico di chi insegue il potere, di continuare a fare il sindaco all’ombra di un sindaco finto. Loggi non andava bene perché aveva due/tre consiglieri che erano troppi per i suoi progetti, allora ecco spuntare dal cilindro Emerenziana Cappella, la cui candidatura ha spaccato subito la maggioranza. La sua ultima partita Stracci l’ha voluta giocare nel partito: voleva fare subito le primarie perché crede di poter manovrare le persone per far vincere il suo candidato fantoccio. Ma gliel’ho impedito, l’assemblea non ha votato la sua proposta e gli è stato negato il suo ennesimo show”.

“Stracci è stato costretto ad accettare un tavolo dove trovare la sintesi – prosegue Ruggieri – Dopo essersi tirato indietro, da dietro le quinte ha dato il suo massimo: così, nella seconda riunione Cappella, la sua protetta, ha fatto un passo indietro, poi alla terza riunione un passo di lato dicendo che si sarebbe candidata alle primarie se io e Loggi non avessimo trovato l’accordo. Il giorno prima di candidarsi alle primarie, senza alcuna dignità né remore, Cappella ha provato la carta di proporre a Sergio Loggi di fare lei il sindaco e lui il vicesindaco”.

“Questa è la candidata alle primarie che il sindaco Stracci vuole far vincere” chiosa Ruggieri”.

Poi, rivolgendosi direttamente alla sua sfidante, continua: “Cara Emerenziana, se non vuoi che su di te venga impressa la lettera scarlatta “D” di disonore, valuta questa mia proposta, valida fino a mercoledì 20 marzo: ritirati, liberando amici e compagni di partito dall’imbarazzo di questa candidatura di cartone. Altrimenti sia chiaro che, dopo la mia vittoria, niente e nessuno mi potrà imporre il tuo nome nella lista”.

Smorzati i toni e chiarito che si tratta di giudizi meramente politici e non personali, Ruggieri spezza una lancia a favore dell’operato di Stracci: “I risultati di questa amministrazione sono buoni e certamente da portare avanti. Non c’è motivo per cui io non lo faccia. Ciò che è mancato è il senso di squadra perché un uomo solo al potere non regge e la spaccatura della maggioranza lo dimostra. A fine mandato le spaccature possono succedere, come successe a me nel 2004 con Nedo Tiburtini e Bruno Menzietti, ma non bisogna trincerarsi dietro vigliacchi silenzi”.