SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il “caso” del procedimento disciplinare avviato contro il dirigente comunale Roberto De Berardinis agita, e non poco, l’humus politico di San Benedetto. La circostanza, riportata da Riviera Oggi, che la denuncia a De Berardinis sia partita da un consigliere comunale ha provocato anche una presa di posizione del sindaco Piunti: “Non conosco la vicenda” ha scritto in una nota il primo cittadino “se non da quanto appreso dalle cronache giornalistiche e dalle dichiarazioni di alcuni consiglieri con una ricchezza di dettagli del tutto inusuale per un procedimento disciplinare in corso”.

L’opposizione però sembra determinata a far luce sulla faccenda e, a seguito delle dichiarazioni di Piunti la consigliera Rosaria Falco interviene anche lei sul “caso” del momento. “Scavare nei dettagli di questa storia è doveroso” afferma, e fa riferimento all’intricata vicenda che vede coinvolti, a livello amministrativo, De Berardinis e Catia Talamonti in merito alla delibera approvata dal Consiglio Comunale sul ritorno nel controllo pubblico di Picenambiente (clicca qui per approfondimenti).

Poi sulle dichiarazioni di Piunti: “Il sindaco casca dalla nuvole dicendo che non conosce la vicenda ma è una cosa grave perché nel migliore dei casi vuol dire che non ha controllo dei dirigenti e non ha controllo della sua maggioranza” afferma, dando per scontato che il “consigliere” che ha segnalato la vicenda sia a sostegno del sindaco. “E tutto questo, poi, si incastona in una situazione in cui il Comune non ha ancora dato mandato, a quanto mi risulta, a nessun avvocato per preparare la difesa del caso Picenambiente per quanto riguarda i ricorsi al Tar per motivi aggiuntivi  che hanno presentato recentemente i soci privati della partecipata”.

Sul procedimento avviato nei confronti di De Berardinis, poi, Falco è piuttosto e dettagliata nell’esprimere la sua posizione: “E’ un procedimento abnorme perché paventano il licenziamento disciplinare per un errore nella timbratura, una leggerezza che ha ammesso lo stesso De Berardinis, ma in ogni caso un comportamento (quello del dirigente n.d.r.) in cui a mio avviso manca la volontà di indurre in errore l’ente, perché l’ente sapeva benissimo dov’era De Berardinis il 18 gennaio: presenziava a una causa per mobbing che lo vede coinvolto insieme allo stesso Comune di San Benedetto. Il procedimento” continua Falco “è da bloccare anche perché il Comune rischia anche di essere impelagato in una causa con lo stesso dirigente in futuro, col rischio, in caso di soccombenza, di doverlo reintegrare e risarcire i danni”.