SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Cinque Stelle contro Ceriscioli. “L’Assessore alla sanità marchigiana nella sua lucida follia politica di chiudere 13 ospedali e accentrare gli accessi ai Pronto Soccorso in poche strutture, almeno un risultato l’ha ottenuto. Il rapporto Oasi 2018 dell’Università Bocconi gli consegna un primato assoluto, mai raggiunto da nessun altro governatore di questa regione, cioè quello di essere ultimi nella classifica delle attese nei Pronto Soccorso delle Marche per i codici gialli, per capirci quelli dove il paziente è in “potenziale pericolo di vita”. A parlare con una nota stampa congiunta sono il senatore Giorgio Fede e il Consigliere Regionale Peppe Giorgini del M5S.

Si arriva poi al punto più “locale”. “Il Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto è un esempio lampante del fallimento totale della politica sanitaria di Ceriscioli. Nella sua discutibile quanto oscura visione, ha piano piano smantellato un servizio sanitario pubblico che copriva bene tutto il territorio delle Marche per accentrarlo in poche strutture che già ora risultano più che ingolfate; è venuto meno così il filtro dei ricoveri che si attuava negli ex ospedali di zona in progressivo smantellamento, a tutto beneficio delle strutture sanitarie private convenzionate, che fanno affari d’oro con la migrazione forzata di medici e infermieri depauperando gli ospedali pubblici”.

“La passione dell’attuale governatore per i privati è ormai nota” continuano i due esponenti pentastellati “e nonostante i suoi depistaggi degni di un fantomatico Cagliostro dei giorni nostri, tutti hanno capito il suo progetto: Fare un ospedale per provincia – tranne che nel suo “Regno di Pesaro” – e dare poi tutte le strutture rimanenti in affitto ai privati, come fatto a Sassocorvaro, dove sono persino state date percentuali di proprietà ad altri enti, pur di lasciare la maggioranza relativa al privato”.

“Il nostro Cagliostro (Ceriscioli) è arrivato al punto di recarsi a Mosca per ricevere dal colosso russo del petrolio, la società russa “Rosneft”, una donazione di 5 milioni di Euro per la costruzione del nuovo ospedale di Amandola e di ricevere per questa stessa finalità la sponsorizzazione gratuita per la fornitura del servizio di architettura e ingegneria di progettazione esecutiva del nuovo ospedale da parte di una società privata, la KOS Kare S.r.l. che è uno dei più importanti operatori privati italiani nel settore socio-sanitario che nulla ha a che fare con le progettazioni di questo tipo, ma che nelle Marche fa un fatturato doppio di quello dell’Emilia Romagna e sei volte quello del Veneto”.

“Senza voler scomodare Ignazio Silone che, nel suo celebre romanzo “Fontamara”, faceva correttamente affermare ad uno dei suoi personaggi che “se è gratis, c’è l’inganno”, non si può non tenere conto che se un professionista accetta di lavorare gratuitamente, difficilmente lo fa solo perché vuole mostrarsi un benefattore. Tutto è oscuro, tutto è generico in questa sponsorizzazione con grave violazione della trasparenza. Il progetto di chiudere i piccoli ospedali e devolverne poi le funzioni alla sanità privata accreditata fallirà, anzi è già fallito, ma intanto i danni procurati si possono toccare con mano in molte strutture ospedaliere marchigiane: al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto si percepisce un’aria di smobilitazione totale che non ha precedenti nella storia; mancano medici al Pronto Soccorso (è intervenuto persino l’ispettorato del lavoro), manca il primario in Ortopedia ormai da secoli, manca il Primario nel reparto di Cardiologia (c’è solo un facente funzione) e nella presunta UTIC dove, per completare l’organico previsto dalla legge, mancano 4 infermieri, 5 medici e la caposala; manca inoltre il Primario del reparto di Radiologia, uno dei tanti ex-fiore all’occhiello del nostro nosocomio, nonostante siano state effettuate più di centomila prestazioni nel 2018; manca il primario di Pediatria, è solo ad Ascoli e si deve dividere fra i due ospedali, benché sia ben riconosciuto il valore del reparto di San Benedetto del Tronto. Il reparto di Oncologia perderà presto il primario Oncologo, così come il reparto di Neurologia; sono inoltre in partenza verso Ascoli Piceno i reparti di Oculistica e Otorinolaringoiatria. La Ginecologia di S.B.TR  effettua  più di 1000 interventi all’anno. Il primario è stato inviato a  lavorare tre giorni ad AP per risollevare le sorti della ginecologia del Mazzoni  a discapito del reparto di ginecologia del Madonna del Soccorso.”

“Tragica conclusione di questo bollettino di guerra, la ventilata partenza di un grande uomo, prima ancora che un grande chirurgo, il Dott. Siquini. Tale assenza ridurrebbe a poliambulatorio il “Madonna del Soccorso”, nonostante i 6.000  interventi l’anno di tutto il blocco operatorio in condizioni di piena emergenza di personale e mezzi a cui il Cagliostro dei nostri tempi l’ha ridotto”.

“Caro Presidente adesso basta usare il Decreto Balduzzi (D. L. 158/2012) a suo piacimento a seconda di come le fa più comodo! Il suo tempo è finito, e con lei verrà sepolto anche il brand Offidano/Pesarese! Presto il Ministro Grillo verrà informata con una relazione dettagliata delle totali incapacità gestionali di questa sua amministrazione e dello sfascio totale a cui ha portato la sanità marchigiana con l’aiuto dei suoi fedelissimi: per questo chiederemo l’invio di un Ispettore Ministeriale che accerti il rispetto puntuale dei livelli essenziali di assistenza cioè dell’insieme di tutte le prestazioni, servizi e attività che i cittadini marchigiani hanno diritto di ottenere dal Servizio sanitario nazionale, allo scopo di garantire in condizioni di uniformità, a tutti e su tutto il territorio regionale”.