SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutto tace sul fronte dehors per ora. Il famoso regolamento per l’occupazione del suolo pubblico, che sembrava punto preminente nell’agenda politica dell’Amministrazione a fine anno, sta vivendo un momento di stasi.

“È tutto fermo, anche il famoso incontro a tre fra noi, l’Amministrazione e la Soprintendenza non si è più fatto”: a parlare è Alessandro Marini che ad ottobre è stato votato presidente della Fiepet, branca di Confesercenti che si occupa di esercizi pubblici e turistici. Proprio il tavolo a tre sembrava essere punto centrale di tutta la saga dei “dehors”, per rispondere a una semplice domanda: Quanto del nuovo regolamento in bozza si basa su prescrizioni dell’ufficio di Ancona e quanto è invece volontà dell’Amministrazione?

La bozza attualmente nei cassetti degli uffici e trasmessa a inizio anno alla Soprintendenza fa storcere il naso sia a molti dell’opposizione che ai gestori dei bar. In futuro, infatti, con le regole ora sul piatto delle trattative,  ci sarà da dire addio ai dehors chiusi o perfino semiaperti nelle zone centrali della città (clicca qui per i dettagli), e in zone come viale Secondo Moretti e in generale in centro (ma anche il Paese Alto) saranno consentiti tavoli e sedie sotto a degli ombrelloni. A delimitare gli spazi al massimo delle fioriere.

In questa situazione di incertezza avere il parere preciso dei soprintendenti avrebbe aiutato le trattative fra i locali e Piunti. “Al di là di come andrà a finire questa storia siamo molto rammaricati del mancato incontro con la Soprintendenza perché al momento siamo orfani di informazioni” ci dice invece Sandro Assenti, presidente di Confesercenti e altro attore di questa saga.

E in maggioranza come la pensano? Tra i più aperti al dialogo con i gestori dei bar, fra le file di Piunti, sembra esserci il capogruppo di Forza Italia Valerio Pignotti: “Noi ci siamo ritrovati questo regolamento da rifare e che negli anni aveva permesso alcune distorsioni. Adesso – afferma l’azzurro – è compito della politica trovare la giusta mediazione fra i gestori delle attività e l’interessa della città. Io ho già detto che l’attuale bozza è forse troppo restrittiva ma, come dice la parola stessa è ancora una bozza, quindi bisogna lavorarci sopra”.