
Da Riviera Oggi 1183, in edicola dal 5 al 12 marzo
ACQUAVIVA PICENA – Unione sì, unione no. Meglio con X, ideale con Y. Ad Acquaviva Picena, recentemente, si è discusso sulla possibilità di unirsi con San Benedetto e di ‘rompere’ l’Unione già presente con Monteprandone e Monsampolo del Tronto, attualmente in “stand by”.
A confrontarsi sul tema sono state maggioranza e minoranza nel Borgo. Il sindaco Pierpaolo Rosetti ha dichiarato, a Riviera Oggi, di voler attendere l’esito delle elezioni comunali a Monteprandone e Monsampolo per valutare una nuova collaborazione o per recedere, bocciando però un’ipotesi con San Benedetto: “In Riviera non sono interessati e Acquaviva comunque rischierebbe di diventare semplicemente un quartiere”.
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Per gli esponenti di Acquaviva Futura, invece, l’Unione con San Benedetto ‘ s’ha da fa’’. Sante Infriccioli, Piera Rossi, Marianna Spaccasassi e Beniamino Pignotti a Riviera Oggi dichiararono: “Secondo noi potrebbe andare bene data la vicinanza e porterebbe vantaggi in vari ambiti sociali e anche economici”.
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Un vero e proprio braccio di ferro. Ma la cittadinanza cosa pensa di tutto ciò? Sarebbe favorevole all’unione con San Benedetto? Riviera Oggi è andata ad ascoltare e raccogliere i pensieri di alcuni cittadini del Borgo.
Giovanni, residente ad Acquaviva, afferma: “Sarei favorevole per l’Unione con San Benedetto. Un paese come il nostro, come altri borghi, hanno poche speranze di miglioramento con le risorse attualmente disponibili. La precedente collaborazione con Monsampolo e Monteprandone non mi pare abbia portato buoni frutti”.
Favorevole all’unione con San Benedetto anche Valentina, residente nel Borgo: “Se arrivano miglioramenti per la comunità e per il decoro urbano, ben venga. Nessuna obiezione in tal caso”.
Pierpaolo dà l’ok all’Unione con San Benedetto ma con un avviso: “Istituzioni devono cambiare mentalità e aiutare realmente cittadini e commercianti altrimenti sarebbe tutto inutile”.
Contrario, invece, Antonio: “Non voglio l’Unione con San Benedetto ma neppure con altri Comuni. Sono un acquavivano Doc e voglio che si pensi in primis al paese senza elemosinare nulla. Tanti anni fa eravamo il Borgo più bello della Provincia, ora c’è stato un calo ma questo è un altro discorso. Le Unioni, a mio parere, non servono a nulla”.
Non vogliono l’Unione né con San Benedetto, né con Monsampolo e Monteprandone anche i giovani Daniele e Alice: “Acquaviva dovrebbe rinforzarsi con le proprie risorse e credere di più sul territorio e sui propri cittadini”.
“Unione? Io vorrei proprio una fusione – ci dichiara Luciano – i piccoli Comuni soffrono troppo dal punto di vista economico. Le grandi città possono aiutare i Borghi, inutile unirsi ad altri paesi come Monsampolo e Monteprandone che hanno più o meno le nostre stesse problematiche. Ben venga San Benedetto”.
Favorevole anche Antonio: “Il campanilismo complica la questione ma i discorsi sull’identità e tradizioni sono luoghi comuni per me. Includere è meglio di escludere. Dal punto di vista geografico San Benedetto sarebbe l’ideale rispetto a Monteprandone e Monsampolo”.
Giuseppe dà l’ok per San Benedetto: “Acquaviva doveva essere il balcone della città rivierasca o addirittura come Fiesole per Firenze. E’ un discorso che si può intraprendere”.
Giorgio e Gabriele affermano di essere favorevoli all’Unione con San Benedetto: “Anche per una questione legata al turismo. Un connubio tra mare e collina che farebbe bene ad entrambi data la vicinanza. Commercianti e strutture ricettive potrebbero avere molti benefici. Vogliamo che la gente torni a stare pure da noi”.
Diversi cittadini, a taccuini chiusi e microfoni spenti, ci dichiarano che al di là di tutto, con o senza unioni, ciò che conta è puntare alla rinascita del Borgo: “Il nostro paese ha bisogno di ritrovare energie e risorse indispensabili per aiutare cittadini e commercianti. Questo chiediamo e pretendiamo dalle istituzioni”.
Dal nostro piccolo focus è palese, comunque, la voglia da una parte di cittadinanza a confrontarsi sul tema. Esprimere la propria opinione e pensiero riguardante a una possibile Unione con San Benedetto o altri Comuni. Non sarebbe male un’assemblea pubblica dedicata al tema, giusto per “tastare” il terreno e l’umore della piazza. Una consultazione che soddisferebbe tutti. Naturalmente qualsiasi responso derivante da un ipotetico confronto dovrà essere sottoposto a perentorie analisi per verificarne praticità e fattibilità. C’è sempre una burocrazia da rispettare. Però solo poterne parlare ed esprimere un libero pensiero darebbe a tutti la sensazione di quella ‘democrazia partecipata’ che dall’alba dei tempi il cittadino chiede a qualsiasi istituzione.
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Dopo quasi 5 anni dalla costituzione dell’unione dei Comuni Piceni dovrebbe essere palese ormai a tutti, anche a chi l’ha voluta ed imposta, che questa scelta per Acquaviva è stata non solo inutile ma anche dannosa. Era inevitabile che il comune più grande, Monteprandone, avendo la maggioranza assoluta in seno al consiglio, “suomalgrado”, la facesse da padrone. È nella natura delle cose che chi ha più rappresentatività la sfrutta a vantaggio dei propri rappresentati. Per Acquaviva una nuova unione con San Benedetto potrebbe replicare lo scenario attuale e somigliare anch’essa, più che altro ad una annessione, tanto vale pensare ad… Leggi il resto »
Giusto
Ma si… diventiamo San Benedetto… e cultura, storia e tradizioni vadano a farsi benedire…
Magari, invece, Acquaviva verrebbe valorizzata più di quanto lo sia adesso
Lux, pur rispettando la tua opinione …illuminata (?), mi permetto di osservare, interpretando il tuo pensiero, che preferisci avere una identità, culturale e storica. Con l’attuale unione cultura, storia e tradizioni sono già compromesse e si salvano SOLO formalmente e apparentemente, in quanto se dovessimo pensare di salvaguardarle campanilisticamente, la forza dei numeri insiti unione ci penalizzerebbe.
Contrariamente, con una fusione su avrebbero vere possibilità di partecipazione attiva e concreta nelle scelte amministrative e nell’ eleggere propri rappresentanti.