SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Questa la lettera inviatami da Elena  Piunti:

Alla c.a. del direttore Nazzareno Perotti

Buonasera, ho appena letto il suo articolo sull’assemblea del quartiere Marina Centro tenutasi ieri sera e come Presidente mi sento di non condividere in toto le sue considerazioni, che onestamente sono riduttive di tre ore di assemblea in cui sono stati trattati molti argomenti importanti per il nostro quartiere.

Io credo che l’attuale comitato stia lavorando e lavorando bene per risolvere le varie questioni che ci vengono sollecitate dai residenti e commercianti, abbia finalmente riaperto il dialogo tra l’amministrazione e i cittadini della nostra zona e non manca mai di fare proposte costruttive per abbellire e rendere più accogliente e sicuro il centro di San Benedetto.

Invece nel suo articolo non vi è neanche una parola spesa per l’evidente lavoro di tutto il Comitato, se non riportare un intervento personale di Amato, rischiando di strumentalizzare l’assemblea al fine di attaccare l’amministrazione, quando invece vi è stato e vi è un costruttivo e costante dialogo finalizzato al bene comune, che è l’unica cosa che interessa a questo Comitato.

Nessuna idea? Nessuna proposta ascoltata in assemblea ieri sera?

Questo non mi pare, anche se sono certa che si può fare sempre meglio.

Queste sono mie considerazioni scaturite dal fatto che un Comitato sta lavorando e ci sta mettendo la faccia su tutto, ovviamente non è una critica al suo lavoro, però mi consenta di dire la mia visto che si parla del quartiere Marina Centro.

Disponibile sempre a confrontarsi, la saluto cordialmente.

Elena Piunti

Questa la mia risposta:

Cara presidentessa,

il mio era un editoriale-disappunto e non un articolo o meglio un commento all’Assemblea che ho comunque definito molto costruttiva e ben condotta per cui ho espresso la speranza che tutte le vostre richieste vengano accettate. Il quartiere (che è anche mio in quanto ho la residenza storica in via Carducci) lo ritengo lo specchio-vetrina essendo il centro della città e quindi anche del turismo di tutta la riviera. Per non parlare dello spazio (tre ore di diretta web tv) che abbiamo dedicato all’incontro. Un documento che resterà visibile a tutti, in tutto il mondo, in eterno. Prodotto da Riviera Oggi e da nessun altro.

Detto questo non credo che si possa mettere in discussione il mio rilievo critico perché è fuori di dubbio che la nostra città e quindi la riviera tutta stanno vivendo un agonia che dura da almeno 20 anni (non riguarda solo il turismo ma anche la sanità e tanto altro) grazie ad amministrazioni incapaci e prive di idee. Loro non voi. Fossi stato io il vice sindaco mi sarei offeso di fronte alla considerazione  (“San Benedetto del Tronto sta morendo”) di un commerciante del centro e gli avrei risposto che si sbaglia. Insomma non mi è piaciuto il silenzio-assenso di Assenti. Non capisco cosa c’entri il comitato.

Non voglio ripetermi o mettere il coltello nella piaga ma, cara presidentessa, devo farle presente due mie personali considerazioni. La prima: se la città “morisse” definitivamente, il centro diventerebbe automaticamente meno pericoloso perché meno frequentato e l’abbellimento sarebbe comunque utile ma fine a se stesso con problemi crescenti per i commercianti.

La seconda la ritengo ancora più importante perché indice di una mentalità sbagliatissima. Ho avuto l’impressione che la sua rimostranza sia dovuta al timore che l’amministrazione comunale possa averla presa male e non accontentarvi come sperate. E magari anche per accattivarvela mettendo in discussione il mio DisAppunto.

Mai timor fu più sbagliato perché frutto di un pensiero molto comune agli italiani che ritengono i politici persone ‘superiori’ in grado di decidere il destino dei comuni cittadini perché detentori di un potere che non hanno, quello di favorire chi è più simpatico o chi è più utile e più accondiscendente. Quasi sempre ne approfittano e godono di benefici che nessuno ha concesso loro votandoli.

Il loro compito è quello di SERVIRE onestamente la città e  nulla più. Come sanno benissimo i cittadini di tante nazioni europee dove le più alte cariche dello stato pagano il biglietto per andare allo stadio, al teatro e nessuno, se va a pranzo o se entra in un bar, riceve nulla gratis. Per esempio.