SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La città ne parla e Porto D’Ascoli si preoccupa mentre la politica si inizia a spaccare. Tra le due grandi aree di via Mare e via del Cacciatore possono nascere 170 appartamenti in 8 palazzine (oltre ad altre villette). Questo secondo il progetto di Areamare Srl, la società che ha presentato la proposta al Comune. L’iter è appena iniziato e il semaforo verde non è atteso prima di 18 mesi. Intanto però, il consiglio comunale inizia a studiare il progetto e comincia con una commissione ad hoc tutta dedicata all’argomento. Presente anche una delegazione di cittadini di Porto D’Ascoli, circa una decina di persone. La parte tecnica dei progetti mostrata attraverso una serie di slide, viene spiegata dai tecnici del comune Germano Polidori e Gionni Tiburtini. In apertura dei lavori il sindaco Piunti ribadisce che il percorso sarà condiviso e dice pure che “è un bene che la città ne parli” perché “con il Poru di Gaspari fummo tenuti un po’ all’oscuro e vorremmo evitare che succeda di nuovo”.

La riunione continua con un siparietto fra Piunti e Bruno Gabrielli che lamenta “scarsa visione d’insieme” per quanto riguarda la pianificazione Urbanistica. Tocca poi a Giorgio De Vecchis esporre tutti i suoi dubbi sull’operazione di Porto D’Ascoli. “In questa città, la più densamente popolata delle Marche, mancano gli standard per non parlare del traffico e inquinamento, questo mese ci sono stati 11 sforamenti” esordisce il consigliere. “Il fatto che il Comune guadagnerà da questa operazione non vuol che sia giusto farlo perché siamo un Comune con poco territorio, poco suolo libero rimasto. San Benedetto non è un paese dell’Emilia Romagna, se bisogna fare un’espansione edilizia sarebbe meglio farla in alto, come deve accadere nelle piccole città”. E’ quasi un comizio l’intervento del capogruppo di Ripartiamo da Zero: “San Benedetto non è una città dormitorio” continua De Vecchis “vogliamo mettere altre macchine e altri abitanti in una zona già densamente popolata? Sui Poru e sui Prusst sono cadute amministrazioni, mi pare che alla gente certe cose non piacciano”.

I cittadini presenti come pubblico

Qualche polemica nasce anche per le aree che verrebbero cedute al pubblico, che in questo momento, nel progetto dei privati, non sono su via Mare ma in mezzo a quelle che saranno le palazzine. “Rischiamo di far fare a queste aree la fine delle pinete e del Parco Ristori, dove i verde pubblico è praticamente a disposizione dei soli residenti. Non c’è interesse pubblico” prende parola l’ex assessore Leo Sestri, presente alla riunione da presidente del quartiere Mare, il più interessato dall’intervento.

Ma le polemiche d’opposizione non si placano e Capriotti torna a battere sui punti noti: “Trasformiamo questa città in un grosso dormitorio. Che idea di città abbiamo? Una città in cui si dorme o dove si vive? Servono servizi a San Benedetto” chiosa il democratico che a un certo punto ricorda a Piunti che nel programma elettorale aveva promesso uno sviluppo ordinato della città da un punto di vista urbanistico. Risponde Mario Ballatore per la maggioranza: “E che facciamo ci fermiamo a 50 mila abitanti? La città si deve poter espandere e questo progetto, per me, è importante per il futuro. Al Comune verranno cedute aree su cui, si potranno programmare investimenti pubblici”. Sulla stessa linea Carmine Chiodi: “Non ci possiamo fermare a 50 mila abitanti, l’espansione edilizia vuol dire che San Benedetto è appetita da tante persone e da tanti interessi”. Per la maggioranza anche Pignotti difende il progetto: “San Benedetto è ferma da anni, questo progetto può aiutare”.

Anche Rosaria Falco però si mostra abbastanza critica: “Sarà un cambio radicale di tutta la zona, uno stravolgimento. Il bypass ciclopedonale si potrebbe fare anche con qualche bando europeo, basta avere dei progetti ma i progetti non ci sono mai qui. Le arre verdi che cederanno al Comune, poi, senza soldi per trasformarle in pinete o giardini, rischiano di rimanere abbandonate”.