
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Giorgio De Vecchis era presente alla riunione dei sindaci piceni in tema Sanità ma se ne è andato in fretta dopo la fine dell’assemblea che ha confermato Pagliare come luogo dove costruire il nuovo ospedale di Primo Livello del Piceno. Seppur con una richiesta suppletiva rispetto alla risoluzione del 2 agosto: lasciare in piedi il Mazzoni e il Madonna del Soccorso come ospedali “Di Base”, da definizione del cosiddetto “Decreto Balduzzi” (il decreto ministeriale numero 70 del 2015).
De Vecchis alla conferenza dei sindaci
Bocciata la proposta dell’ambito 21 e di Piunti, che nasce proprio dagli studi di De Vecchis sullo stesso Balduzzi e sui bacini di utenza del territorio, e che prevedeva un ospedale “Di Base” ad Ascoli e quello nuovo, di “Primo Livello” sulla costa. A De Vecchis abbiamo chiesto in serata di commentare quanto accaduto oggi. Qui di seguito l’intervista.
Lei era presente alla conferenza dei sindaci. Una sua opinione su quanto accaduto anche perché la proposta di San Benedetto e dell’Ambito 21 nasce da un suo studio.
“E’ stato uno spettacolo indecoroso, la manifestazione di un potere che, per fortuna, sembra destinato a scomparire ma che ha già fatto dei danni alla Sanità Picena. Ha vinto quella parte del Pd che fa capo ad Agostini (Luciano, l’ex deputato n.d.r., giunto al Piceno Consind poco dopo l’incontro ma per presenziare ad una riunione di simpatizzanti zingarettiani)”.
E della risoluzione, tre ospedali con quello di Primo Livello sempre a Pagliare, che ne dice?
“Ha vinto una posizione illogica e contraria alla legge. Qui parliamo di equità e di servizi che non dovrebbero essere garantiti per titoli “nobiliari”. Di fronte a certi atteggiamenti mi viene da pensare che si farebbe meglio a chiedere un referendum per passare dal Sud delle Marche al Nord dell’Abruzzo”.
Perché dice che è contraria alla legge?
“Quella prodotta dall’Ambito 21 (un ospedale Di Base ad Ascoli e uno di Primo Livello a San Benedetto n.d.r.) era l’unica proposta in linea con il decreto Balduzzi (decreto ministeriale 70 del 2015 che definisce gli standard ospedalieri per bacini di utenza n.d.r.). Questa non è una materia a piacere per cui ci alziamo e chiediamo tre ospedali, c’è una legge che regola questo”.
La proposta sembra una risposta al numero di ospedali che, per esempio, ha il Pesarese. Una sorta di sfida allo squilibrio fra Nord e Sud delle Marche. E’ così per lei?
“La richiesta che passa oggi va oltre il Balduzzi che è del 2015 e che è nato appunto per razionalizzare. Stiamo chiedendo di più di quanto consente la legge. Nel 2015 l’azienda ospedaliera a Pesaro c’era già. Non possiamo chiedere tre ospedali perché ce li hanno a Pesaro, perché chi legge il decreto Balduzzi ti risponde che il Pesarese ne ha troppi. Gli ospedali non sono noccioline. Se ragioniamo in questo modo la Provincia di Ancona dovrebbe avere un ospedale di Primo Livello e altri tre Di Base oltre a quelli che hanno perché Salesi e Torette sono regionali (hanno posti letto e reparti tarati su tutta la popolazione delle Marche, non solo quella dell’Anconetano n.d.r.)”.
Quindi la risoluzione dei sindaci del Piceno va contro il decreto ministeriale “Balduzzi”?
“Il decreto ministeriale del 2015 nasce per razionalizzare gli ospedali e per dire basta agli ospedali “elettorali”. La nostra proposta era esattamente in linea con lo spirito di quella legge. Ma in ogni caso il problema delle differenze fra Nord e Sud delle Marche c’è. Non solo in campo sanitario…”
Si spieghi meglio…
“Il Sud delle Marche non ha i servizi, in molti campi. Sto studiando dei dati che riguardano il trasporto pubblico. I soldi che vengono stanziati annualmente per il trasporto autobus dipendono dai chilometri che la Regione riconosce a ciascuna città. Ancona ha 32 chilometri per abitante, Ascoli 21 mentre San Benedetto appena 9. Approfondirò questo argomento”.
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