SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Trattative bloccate fra la direzione dell’Area Vasta 5 e il sindacato dei medici “Cimo”, con 105 iscritti il più rappresentativo nel Piceno, per il rinnovo del contratto integrativo della categoria. Anche l’ultimo incontro, andato in scena il 12 febbraio scorso, si è concluso con un nulla di fatto e la sigla sindacale non vuole firmare l’attuale proposta che arriva dall’Asur. Non è la sola per la verità visto che a Cimo si aggiungono, fra i “reticenti”, anche altri sindacati come Fvm, Cisl Medici, Fesmed e Fassid. 

A quanto pare, poi, i tavoli vanno a rilento un po’ in tutta la Regione. “Finora ha firmato solo l’Area Vasta 3 di Macerata. Se qualche altro sindacato dovesse firmare la proposta sul piatto siamo pronti a fare ricorso al giudice del lavoro”. Le parole, bellicose, le pronuncia Luciano Moretti che di Cimo è il segretario regionale. Moretti, assieme al delegato aziendale e chirurgo al Madonna del Soccorso Dino Giusti, riunisce la stampa sambenedettese per quello che suona come un vero e proprio grido di protesta di un’intera categoria che sembra vessata da orari massacranti e, a quanto pare, da un grave problema nel meccanismo di riconoscimento degli straordinari.

 

Luciano Moretti (a sinistra)  Dino Giusti (a destra)

Moretti nelle ultime settimane è salito agli onori delle cronache nell’Anconetano per una serie di atti messi in piedi in difesa dei medici. Cimo Marche ha infatti in ballo, ad oggi, un ricorso al giudice del lavoro, una denuncia all’ufficio provvedimenti disciplinari dell’Area Vasta 2 e un esposto presentato in Procura assieme a una segnalazione all’Ordine dei medici di Ancona (clicca qui e qui). Ma qual è il problema di fondo? In realtà si tratta di una questione piuttosto complicata che, riassumendo, riguarda da una parte il sistema di riconoscimento degli straordinari ai medici e dall’altra i problemi della complessa macchina organizzativa che disegna il loro ambiente di lavoro fra ore e ore di straordinari, carenze di personale, emergenze e servizi obbligatori di guardia medica.

A spiegare nel dettaglio il problema ci pensa il dottor Giusti. “All’inizio dell’anno la direzione di Area Vasta ci comunica gli obiettivi e i risultati da raggiungere. A questi siamo vincolati indipendentemente dal personale che il reparto o il servizio si ritrova ad avere durante l’anno, può infatti accadere che ci si ritrovi con molto meno personale rispetto alla partenza, fra malattie, aspettative, trasferimenti”. Va da sé, e le cronache negli anni hanno spesso raccontato questa realtà, che in questa situazione molti medici si ritrovino a fare centinaia di ore di straordinari in un anno. Perché succede? “Perché l’Asur pretende che qualunque orario, oltre quello di lavoro, che facciamo rientri nel c.d. “salario di risultato”. Praticamente pagano centinaia di ore di straordinari come una sorta di premio di produzione che può essere quantificato in poco più di 100 euro al mese”.

“Ma non è una questione di soldi” vuole precisare Luciano Moretti. “E’ una questione di rispetto delle norme che regolano il lavoro e di sicurezza del paziente. La gente è arrabbiata per le liste d’attesa, per i problemi dei reparti” continua il segretario regionale “ma le persone devono capire, ad esempio, che un medico cardiologo si può ritrovare a dover fare in un giorno le visite in reparto, le consulenze cardiologiche in pronto soccorso e anche l’ambulatorio per le ecografie al cuore. Oppure un medico di Pronto Soccorso è obbligato a fare il servizio di guardia medica notturna in tutto l’ospedale. Poi sfido a trovare un medico che voglia fare la vita stressante del pronto soccorso. Serve più personale perché una Tac nuova di zecca” fa un altro esempio Moretti “è inutile se non si assume un tecnico radiologo o se non ci sono medici”. Tutto questo impianto, però, tocca anche la salute del paziente se a visitarlo c’è un medico poco lucido dopo una “maratona” di lavoro. “Un paziente può rischiare la sua salute se è curato da un medico oberato” grida Moretti “per certe responsabilità il codice deontologico prevede la radiazione”.

Insomma, le istanze (“finora inascoltate da parte della direzione d’Area Vasta” dice ancora Giusti) sono piuttosto semplici. Cimo non firmerà fino a che non avrà la garanzia che le ore eccedenti il normale orario di lavoro e eccedenti le ore ulteriori preconcordate, necessarie per raggiungere obiettivi prestazionali difficili da centrare nelle condizioni di servizio che denunciano i medici, verranno pagate come prestazioni aggiuntive.

Questa richiesta, fra l’altro, si può desumere dalle richieste che Cimo fa all’Asur e di cui sotto riportiamo un estratto mostrato da Giusti e Moretti durante la conferenza stampa.