SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un incontro per chiarire al meglio cosa è accaduto? Si svolgerà domani, tra l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di San Benedetto Emanuela Carboni e i responsabili dell’ex Servizio di Risposte Alcologiche dell’Ambito Sociale 21, soppresso con una decisione dell’Amministrazione Comunale nei giorni scorsi.
Infatti, nonostante fosse svolto all’interno dell’Ambito Sociale, il servizio, avviato a San Benedetto nel 1995 dopo le sollecitazioni del Club Alcologico Territoriale (che fa parte dell’Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali), negli ultimi anni la sua attività è stata spostata in Ambito Sociale ma era finanziata sempre dal Comune di San Benedetto. In tutti questi anni la referente del Servizio Risposte Alcologiche è stata Sabrina Vici. Che adesso, però, è senza occupazione non essendo una dipendente.
Il Comune ha chiuso quindi il servizio cercando di collocarlo all’interno del Servizio Associato di Prevenzione del Disagio Giovanile e Adulto dell’Ambito Territoriale Sociale 21, assieme al servizio Unità di Strada, l’attività di prevenzione nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, gli interventi di prevenzione del gioco d’azzardo patologico (Gap).
“La nostra attività – spiega Renziero Papetti, del Club Alcologico Territoriale – era mirata a tutelare le persone con problemi alcologici di vario tipo all’interno della famiglia, cercando dunque di ricreare un equilibrio nel nucleo fondamentale delle relazioni sociali. L’Unità di Strada o il Sert svolgono al meglio il loro lavoro, che è diverso dal nostro così come diverso è quello del Club degli Alcolisti Anonimi”.
“In questi anni si sono intessute relazioni anche a livello nazionale coi massimi esperti in materia che spesso hanno riconosciuto la validità di Sabrina Vici. Il Servizio aveva aperto uno sportello di ascolto e le persone venivano a parlare per avere il sostegno della Vici, che rispondeva anche al numero verde e ha realizzato molti eventi per aiutare le persone con questi problemi” continua.
“Non sapevamo nulla della chiusura prima di leggere il comunicato. Magari sarebbe stato interessante parlarne prima e capire qualcosa in più. Non sembrava ci fosse la volontà di arrivare a tanto anche se talvolta si percepiva un sentore di sufficienza. Insomma, siamo stati completamente tagliati fuori” conclude Papetti.
Di seguito, una lettera inviata dal Professor Emanuele Scafato della Società Italiana di Alcologia a Sabrina Vici e Renziero Papetti. Emanuele Scafato attualmente è Primo Ricercatore all’Istituto Superiore di Sanità e Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping e dell’Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps.
In tempi in cui è sempre più indispensabile distinguere e differenziare gli interventi e le azioni da rivolgere in particolare ai minori, ai giovani e agli adolescenti è singolare e inatteso riscontrare la chiusura di un servizio apprezzato e consolidato da anni, radicato nel territorio e nella rete nazionale, formato come tanti punti privilegiati della rete nazionale di prevenzione alcolcorrelata attraverso gli strumenti tecnico-scientifici messi a disposizione dall’Osservatorio Nazionale Alcol e dal Centro OMS per la Ricerca sull’Alcol ai cui standard la Dottoressa Sabrina Vici è stata resa partecipe anche attraverso una partecipazione attiva agli orientamenti delle società scientifiche come la SIA, apprezzata per la capacità di provvedere all’erogazione di servizi e di risposte specifiche per la popolazione generale – di gran lunga l’investimento migliore in cui si possa e si debba contare ancor prima e comunque non secondariamente alla soluzione di eventuali disagi già in atto – e richiesta , ad esempio, dalla Fondazione Umberto Veronesi per l’attuazione d’interventi programmati negli istituti scolastici nell’ambito del progetto “Io vivo sano- dipendenze “.
Nel pieno rispetto delle scelte istituzionali, se il criterio è quello della razionalizzazione delle risorse e della loro qualificazione chi come me ha una visione ampia nazionale ed europea delle necessità e delle connotazioni di cui urge che un territorio e una comunità possano giovarsi per poter contare sulle migliori risorse disponibili, non puó non osservare che privarsi di competenze mature e strutturate è comunque una perdita di un importante punto di riferimento nella rete nazionale e auspica che la decisione di privilegiare un approccio, giustamente orientato dalla valorizzazione delle risorse pubbliche a disposizione, trovi le giuste ragioni per integrare, come logico e conveniente, quanto è già noto possa contribuire a utilizzare le giuste risorse congrue al target generale, mantenendo l’ambito di popolazione generale distinto ma in rete con quello della gestione del disagio per le intuitive ragioni che impedirebbero il raggiungimento di target sensibili- ma non caratterizzati da dipendenza o da disagio – da parte di operatori sanitari specializzati, più adatti e professionalmente vocati agli interventi specifici del livello ad alto rischio rispetto a quello della prevenzione universale. Competenze per le quali la connotazione dell’unità di strada o del servizio delle dipendenze rappresentano il top e le cui attività cooperative complesse e di servizio, ben desumibili dalla lettura dei siti web di riferimento, non dovrebbero essere appesantite e saturate, né confuse, come sportello per la popolazione generale, per le scuole , per i giovani ma dedicate alla complessità, distinte ed integrate con le competenze che seguono l’approccio di popolazione.
Questo è il modello premiante di una razionalizzazione ai tempi delle dipendenze comportamentali e non solo da sostanze che richiede gestione rinnovata e agevolata dei servizi e del management sanitario e sociale, sicuramente comprensivi dell’inclusione delle migliori pratiche già in atto in un ottica di innovazione d’integrazione. La Società Italiana di Alcologia, nel sottolineare la rilevanza dell’operato specifico del Servizio Risposte Alcologiche del Comune di San Benedetto del Tronto che da sempre ha partecipato alla rete di competenze e conoscenze condividendo e attuando gli interventi propri di professionalità ampiamente formate, aggiornate e in rete con il terzo settore supporta e auspica di poter continuare ad avvalersi del Servizio Risposte Alcoliche nell’ottica dell’impatto favorevole che il Servizio ha garantito nel quadro della prevenzione delle problematiche alcolcorrelate.
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