SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito una nota stampa di Giorgio Mancini, imprenditore turistico ed ex iscritto a Sel, in merito al progetto di variante urbanistica proposto da Areamare Srl.

 

Leggo dalla stampa che il sindaco Piunti afferma che la variante urbanistica proposta sulle aree Via Mare-via Scarlatti e via del Cacciatore “è a zero consumo di suolo” e che con il progetto della Areamare srl “ne avremo la dimostrazione con meno volumetrie per i privati e più servizi per il pubblico. Quindi parchi, parcheggi, la piazza e soprattutto il sottopasso di via mare riqualificato”.

Da una semplice vista al progetto non sembra proprio essere così:

1- le due aree interessate sono attualmente inedificate. Certo ci sono previsioni urbanistiche di Piano Regolatore Generale (che tra l’altro non prevedono edificazione residenziale ma una scuola di 15 mila metri cubi circa in via del Cacciatore e 18900 metri cubi tra ostello e dancing in via Mare-Scarlatti) ma questi sono “volumi di carta” non certo suolo consumato/edificato realmente. Previsioni che tra l’altro possono essere cambiate in qualsiasi momento, con un nuovo Piano Regolatore, anche prevedendo una retrocessione dell’area ad una destinazione agricola, come auspicherei;

2 – i volumi previsti dalla Areamare srl sono pari a quelli del Piano Regolatore per un totale di circa 33500 metri cubi (ovviamente la destinazione cambia da scolastica e turistica a tutta residenziale). Rispetto all’ultima proposta prevista nei Poru e considerando che quella proposta interessava una terza area in via Val Tiberina i volumi previsti, aumentano anziché diminuire di circa 20 mila metri cubi;

3 – per coprire gli standard già esistenti di piano più quelli derivanti dai nuovi edifici residenziali la Areamare srl cede al comune circa 86 mila quadrati di terreno rispetto all’ultimo Poru siamo a meno 16 mila metri quadrati ceduti;

4 – per quanto riguarda la monetizzazione la Areamare srl prevede di pagare 900 mila euro. Un bel gruzzolo rispetto al Poru, con cui il comune introitava poco meno di 400 mila euro. Ma andando a vedere i dettagli mentre nel Poru oltre ai 400 mila euro il privato si faceva carico delle spese della costruzione della piazza oltre che della demolizione del manufatto in via Val Tiberina, qui nella proposta di variante questi aspetti non sono previsti a spese del privato o meglio ancora non è prevista piazza a meno che non si consideri piazza lo spazio vuoto tra un edificio e l’altro.

Quindi evitiamo di giocare al gioco delle tre carte, per cortesia.

5 – Piunti dice di non essere mai stato per il Piano Regolatore ma per il Puc, “il Piano Urbano Comunale”. Siamo passati da un sindaco criticato, giustamente, perché seguiva una legge urbanistica regionale che era ancora in discussione e che non ha visto mai la luce ad uno che segue strumenti urbanistici adottati da altre regioni e non quella di appartenenza (il Puc è utilizzato in Sardegna, Liguria, Campania e la provincia autonoma di Bolzano).

Quindi, se proprio non si vuol redigere un Piano regolatore sulla base della legge vigente e in attesa che San Benedetto diventi città autonoma o entri a far parte di altra regione o più realisticamente che la regione Marche si svegli approvando una nuova legge urbanistica che, magari, fermi il consumo di suolo, si può evitare di approvare semplici varianti al Piano Regolatore, che quel suolo continuano a consumarlo per far piacere ai soliti proprietari delle aree?