SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Anche l’associazione “Ambiente e Salute nel Piceno” aderisce alla campagna “Per il Clima, Fuori dal Fossile“, per una contestazione dell’energia dagli idrocarburi e contro le trivellazioni specialmente in Adriatico.

“Sviluppare rinnovabili ed efficienza energetica, un piano per infrastrutture per l’acqua, l’edilizia scolastica e ospedaliera e per interventi per risanare il territorio: per questo il 15 marzo saremo con gli studenti per lo sciopero internazionale per il clima e il 23 marzo in piazza a Roma” si legge nella nota di presentazione.

“Gli scienziati avvertono – continua – i cambiamenti climatici prodotti dall’impiego di idrocarburi stanno distruggendo il Pianeta. Intanto, però, il 9 febbraio Confindustria e le categorie di settore dei Sindacati confederali manifesteranno per l’economia fossile, per il “business as usual” in difesa di un modello di sviluppo insostenibile. Una battaglia di retroguardia che fa male alla stessa economia del paese. Contro questa visione, per il clima e la salvaguardia di salute dei cittadini e dei lavoratori, per il risanamento del territorio, per la creazione di posti di lavoro attraverso la riconversione ambientale dell’economia noi manifesteremo il 15 marzo con gli studenti e il 23 marzo a Roma” così Comitati e associazioni che da anni difendono il territorio riuniti nella neonata campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile” commentano la decisione della Confindustria di scendere in piazza per sostenere le trivelle a terra e in mare il 9 febbraio a Roma nella manifestazione di Cgil, Cisl e UilL e le iniziative pro-fossili congiunte con le categorie di settore dei sindacati confederali che stanno organizzando a Ravenna”.

“Nonostante il fatto che il blocco imposto dall’emendamento al Decreto Legge semplificazioni sia temporaneo e parziale, riguardando solo lo sviluppo di nuove attività e salvaguardando, purtroppo, le estrazioni già in corso, evidenziando al contempo almeno la necessità di pianificare l’uso del territorio tenendo conto della sismicità, della presenza di aree importanti per l’acqua potabile e di zone a forte rischio idrogeologico o densamente abitate, questa inedita convergenza tra sindacati confederali e Confindustria si rivela come una saldatura di forze di fatto reazionarie e conservatrici volte a salvaguardare interessi consolidati in un settore economico, quello delle estrazioni di idrocarburi, in cui paradossalmente è più bassa l’intensità di lavoro” si legge.

“Saremo in piazza il 15 marzo per lo sciopero internazionale degli studenti “Friday for Future” per il Clima e il 23 marzo a Roma per salvaguardare il nostro Pianeta proponendo l’uscita dalla fossili e l’abbandono delle grandi opere dannose, inutili e imposte. A queste contrapponiamo un grande programma di interventi per il risanamento del territorio pagato da chi ha inquinato, un piano di transizione energetica compatibile con la salvaguardia degli equilibri climatici e il sostegno a tante opere positive, da quelle sulle infrastrutture idriche che oggi perdono il 40% dell’acqua immessa nelle reti con una depurazione da quarto mondo a quelle delle scuole che oggi per l’80% non sono a norma fino ad arrivare al piano per l’edilizia ospedaliera per evitare che ad ogni terremoto le prime strutture ad essere rese inagibili sono proprio quelle più importanti anche per il soccorso. Queste sono le opere utili e l’economia che servono al paese e ai cittadini” si conclude il manifesto.

Prime adesioni: Ambiente e Salute nel Piceno, Coordinamento nazionale No Triv, Forum Abruzzese H2O, I Discoli del Sinarca Molise, Termoli Wild Molise, Italia Nostra Salerno, Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, Comitato DNT Piemonte, Stazione Ornitologica Abruzzese onlus, Coordinamento No Triv Taranto, Trivelle Zero Marche, USB FCA Melfi, Trivelle Zero Molise, Nuovo Senso Civico, SOS Adriatico Rimini, Coordinamento No Hub del gas, Mediterraneo No Triv, Comitato No Tap Brindisi, Cobas Brindisi, CETRI-TIRES Circolo Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale.