TORREMAGGIORE – “Dati gli ultimi spiacevoli eventi che hanno creato disorientamento,soprattutto nella comunità cristiana di Torremaggiore, a causa di una persona che ha millantato di essere sacerdote, carpendo la buona fede anche dei fedeli, questi i chiarimenti del vescovo della Diocesi di San Severo, Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Checchinato“.

Si apre così la nota dell’Ufficio Stampa della Diocesi di San Severo in merito ad una persona, A. P., residente attualmente a San Benedetto del Tronto, che avrebbe svolto messa e confessato fedeli fingendosi sacerdote: “Sono accaduti spiacevoli avvenimenti che hanno creato uno stato di confusione nella chiesa locale e soprattutto nella comunità cristiana di Torremaggioreprovocati dal comportamento di A. P.”.

“L’uomo, carpendo la buona fede e traendo in inganno il parroco della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Strada, ha dichiarato di essere monaco benedettino e prete. Inoltre è stato presentato come assistente spirituale nazionale dell’associazione ‘Laudato Sii’Informazioni per le quali gli è stata consentita la possibilità di celebrare l’eucaristia – si legge nella nota – Sua Eccelleza Monsignor Giovanni Checchinato, a seguito di comprovate indagini, ha comunicato e confermato che A. P. ha mentito sulla sua identità di monaco e presbitero”.

La nota prosegue: “Infatti, il Pastore della Diocesi, dopo aver contattato la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Sublacensi Cassinesi in Roma e la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Silvestrini in Roma dove, tra l’altro, il sedicente monaco ha detto di essere membro residentedopo aver chiesto e ricevuto informazioni dalla Curia diocesana di San Benedetto del Tronto dove A. P. ha attualmente la residenza e dopo aver chiesto altre informazioni sul suo presunto ruolo di assistente spirituale nazionale dell’associazione menzionata è giunto alla certezza morale della completa estraneità a tutte queste realtà e all’Ordine Sacro della persona in questione”.

“Il 19 gennaio A. P. è stato avvicinato a Torremaggiore (dal Vicario Generale e dal Cancelliere Vescovile della Diocesi) e nonostante abbia ancora confermato di essere monaco benedettino e di appartenere alla comunità di santo Stefano a Roma presso i Monaci Benedettini Silvestrini, non ha presentato nessun documento probatorio a supporto delle sue affermazioni – viene affermato nella nota – non ha presentato il ‘celebret’ che avrebbe potuto smentire il ragionevole dubbio sulla sua ordinazione presbiterale; ha fornito un recapito telefonico inesistente dei suoi presunti superiori – prosegue l’Ufficio Stampa – visto e considerato che il 27 dicembre 2018 ha simulato la celebrazione dell’Eucaristia nella parrocchia di Santa Maria della Strada in Torremaggiore ed ha ascoltato la confessione di alcuni fedeli, è incorso ‘ipso facto’ nella pena dell’interdetto ‘latae sententiae’ stabilita dal Codice di Diritto Canonico”.

Ciò significa che si è messo nella condizione di non poter ricevere i sacramenti: Nella certezza di aver fatto chiarezza sulla questione, nella speranza che situazioni simili non si ripetano – ha concluso Monsignor Checchinato – si coglie l’occasione per esortare i fedeli e le comunità parrocchiali ad essere ‘sentinelle’,prima di dar credito a chi si dovesse presentare e/o qualificare come religioso. Inoltre, invito a denunciare all’Autorità Ecclesiastica eventuali situazioni anomale che dovessero presentarsi.