DIRE  NON DIRE. Leggere le parole del presidente del consiglio comunale di Ascoli, Marco Fioravanti e quelle dei grillini Giacomo Manni e Peppino Giorgini mi fa venire in mente che la costruzione di un nuovo ospedale piceno di primo livello non avverrà mai o subirà un ritardo molto penalizzante per l’intera provincia.

Marco Fioravanti tutto dice meno cosa vorrebbe. Insiste sulla ipotetica chiusura del “Mazzoni” che non s’ha da faresemplicemente perché era ormai convinto che un ospedale unico c’era nella provincia: in quel caso la parola UNICO non gli dispiaceva affatto, anzi. Chiaro che, se non gli sta bene Spinetoli figuriamoci Monteprandone. Pagheranno caro alle prossime elezioni (sempre se il popolo si sveglia però) le attuali dichiarazioni se, per quel periodo, la nuova struttura non sarà in costruzione. Confido altresì che Ceriscioli tenga fede a quanto dichiarato più volte,  a nostra domanda, sui tempi di inizio dei lavori. Nè tanto meno sembra che il suo consigliere sambenedettese, Fabio Urbinati, sia in grado di dargli una mano. È estremamente chiaro che gli interessi elettorali del ‘nostro’ continuano a farla da padrona sulla logica e le vere necessità. Al Piceno servono politici decisi e illuminati.

Il mio amico Peppino Giorgini d’altra parte parla di “piccolo ospedale a Monteprandone”: cosa significhi credo che non l’abbia capito nessuno. Anche perché un “ospedale piccolo” ce l’abbiamo già a 4 chilometri da Monteprandone. Il consigliere regionale del M5S ha elencato una serie di richieste da parte di alcuni comuni del Pesarese come se le richieste fossero cosa fatta  e non soltanto speranze. I pesaresi, i fanesi, gli urbinati però, a differenza dei politici nostrani hanno idee chiare su quello che desiderano, anche se fosse la luna: tre di primo livello, due di zona, quindici di secondo livello ecc.

Se qualcuno di voi lettori mi facesse capire cosa vogliono esattamente Urbinati, Giorgini, Fioravanti, Castelli, Piunti, Annibali, Piergallini e così via, ve ne sarei grato. Nell’attesa io ritengo che, più che ai propri cittadini, stiano pensando a prevaricare innanzitutto e poi a come far passare il tempo. Rinviando le loro promesse, che mai saranno in grado di esaudire, alle prossime campagne elettorali. Lì copieranno i loro colleghi nordisti.

Nota: principalmente sono gli ascolani quelli che non dicono cosa vogliono per i motivi che ho espresso all’inizio, mentre i sambenedettesi li aiutano con la richiesta di un ospedale di primo livello alle porte di San Benedetto con il risultato che una città storica e capoluogo come Ascoli avrebbe alle sue porte, invece, un ospedale chiaramente inferiore. Pazzesco.