SAN BENEDETTO DEL TRONTO“L’ospedale a Pagliare non glielo faremo fare. C’è l’emendamento Colletti (Clicca qui) e appena la Regione metterà in piedi un atto formale il Movimento 5 Stelle è pronto a impugnarlo. Questa volta il Piceno non resterà “cornuto e mazziato”: a parlare è Peppe Giorgini, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. Le sue parole però contrastano in maniera clamorosa con le richieste, quelle sì da hard discount, che i sindaci del Pesarese hanno indirizzato a Ceriscioli in un elenco quasi da “sacco” della Sanità marchigiana, altrove costretta a salti mortali.

Giorgini sa che la politica sanitaria regionale e provinciale sta entrando in un momento caldissimo, finanche decisivo, per il futuro sanitario della Provincia di Ascoli che si appresta a vivere un mese intensissimo sul fronte Sanità. Il 22 gennaio, infatti, i sindaci piceni si rimetteranno a tavola per decidere, una volta per tutte, il luogo in cui il nuovo ospedale dovrà sorgere. Per adesso sull’agenda di Ceriscioli c’è scritto Pagliare del Tronto e così resterà appuntato se non dovesse passare la mozione Piunti-De Vecchis per un ospedale di Primo Livello sulla costa con un “fratellino” Di Base ad Ascoli.

Poi il 28 ci si trasferisce tutti, almeno col pensiero, ad Ancona dove la Giunta vaglierà e approverà la bozza del nuovo Piano Sanitario Regionale che farà da mantra per parecchi anni a tutto l’impianto Sanità marchigiano e che, certamente, conterrà indicazioni importanti, ma in ogni caso modificabili visto che l’approvazione del consiglio non è prevista prima di settembre 2019, sull’edilizia ospedaliera, con la Regione che ha già chiaramente in testa quali e quanti ospedali nuovi dovranno essere costruiti. E fra questi c’è anche quello del Piceno. Intanto, ad Ancona c’è un appuntamento più impellente ed è quello del 14 gennaio. Si riunisce il Consiglio Regionale e già dalle premesse che tradisce l’ordine del giorno (CLICCA QUI) è chiaro che la Sanità e la tanto cara ai territori edilizia ospedaliera avrà un suo peso enorme. Sono tante le mozioni sul tema, e tante arrivano dalla stessa maggioranza che sostiene Luca Ceriscioli.

Da questo partiamo con Peppe Giorgini, uno che la sua idea sul futuro ospedale Piceno l’ha già detta ai quattro venti in tempi non sospetti (ospedale più piccolo da 100 milioni di euro da fare in collina a Monteprandone). “Politicamente parlando Luca Ceriscioli è un fantasma che cammina, è bruciato dalla sua stessa maggioranza che lo ha seppellito di mozioni in vista del consiglio, tutti documenti che gli chiedono cambi di orientamento, più o meno grandi, nella sua politica sanitaria. Se avesse il Consiglio con lui non ci sarebbero tutti questi atti contrari. Perfino il Presidente del Consiglio Mastrovincenzo ne ha firmata una“. Giorgini è sicuro che mezza maggioranza che sostiene il Governatore storca il naso davanti al futuro sanitario degli ospedali unici. Ma non solo il consiglio forse.

“Sono in possesso” ci rivela il consigliere “di un documento che prova come anche i sindaci del suo territorio, il Pesarese, siano contro di lui”. Il documento di cui parla il politico sambenedettese contiene in pratica le richieste della Conferenza dei Sindaci di Area Vasta Uno sulla rete ospedaliera provinciale che è stata interessata negli ultimi anni dalla chiusura dell’ospedale di Fossombrone e che in futuro vedrà un probabile ridimensionamento di quello di Pergola (che Ceriscioli vuole accorpare amministrativamente a quello di Urbino) oltre alla costruzione del nuovo ospedale di Pesaro-Muraglia.

“Nel testo che i sindaci del Pesarese hanno redatto in occasione di una riunione della conferenza in autunno” spiega il pentastellato “si leggono una serie di richieste che gli stessi fanno dicendosi fortemente contrari alla riforma sanitaria in atto nelle Marche e che vi riporto testualmente”. Qui Giorgini legge il testo.

“1) Redazione partecipata del nuovo piano sanitario;

2) Salvaguardia del polo ospedaliero di 2° livello Muraglia, San Salvatore (Pesaro) e Santa Croce (Fano);

3) A) Riconoscimento dell’ospedale di Urbino come struttura di 1°livello, B) Riconoscimento dell’ospedale di Pergola come struttura di 1° livello o in ogni caso di struttura dotata di Pronto Soccorso;

C) Riconoscimento degli ospedali di Cagli, Sassocorvaro come articolazioni di presidi ospedalieri dotati di Punti di Primo Intervento H24, medicina, chirurgia daysurgery, lungodegenza, riabilitazione, diagnostica e ambulatori;

4) Potenziamento dei servizi di diagnostica e ambulatori con personale pubblico per ridurre liste d’attesa e mobilità passiva;

5) Gli ospedali di Pesaro e Fano non devono essere intesi come ospedale unico provinciale in modo che l’Azienda Ospedaliera Marche Nord non sia l’unica struttura di riferimento provinciale per l’erogazione di servizi ospedalieri per acuti”.

E’ evidente che le richieste dei sindaci che fanno riferimento all‘Area Vasta Uno, se le cose stessero così, appaiono abnormi e sproporzionate in confronto con quelle che fa il Piceno. Da questo infatti muove lo stesso Giorgini per concludere: “Ceriscioli riuscirà a dire di no ai sindaci del suo territorio? Quello che fa specie però è che nel Nord delle Marche ci siano richieste di questa portata mentre da noi le briciole, con questo territorio che non riesce a ottenere neppure un ospedale a San Benedetto”.