SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Stazione Ornitologica Abruzzese e Ambiente Salute nel Piceno, hanno inviato nuove osservazioni al Ministero, dopo quelle recapitate a luglio scorso, nel procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “pozzo Donata 4 dir” dell’Eni per la perforazione di un nuovo pozzo dalla piattaforma esistente “Emilio” in Adriatico di fronte alla costa tra Martinsicuro e San Benedetto, a 27 chilometri dalla costa, proprio davanti alla Riserva Sentina. Molte associazioni sono in agitazione dopo le concessioni che a fine 2018 il Governo ha dato per le ricerche di idrocarburi sul Mar Ionio.

Ambiente e Salute, che rivela che “anche il comune di San Benedetto e quello di Martinsicuro stanno inviando le loro osservazioni”, ricorda come la commissione che si occupa della Via ha chiesto all’Eni una serie di approfondimenti, pubblicati anche dal sito del Ministero. Ma per gli ambientalisti non basta. “Su molte questioni sollevate, dalle risibili royalties all’impatto sui fondali, dal rischio di gravi incidenti alle emissioni fuggitive di metano fortemente clima-alteranti, non sono state date risposte” denunciano.

Sulla questione dell’inquinamento acustico “oltre a rilevare comunque un certo rischio di disturbo anche oltre un chilometro durante le fasi di perforazione” Ambiente e Salute sostiene che anche gli animali acquatici si stanno allontanando per il rumore. Anche sul rischio sismico di terremoti indotti la Onlus denuncia come lo studio ammette l’esistenza di importanti lacune conoscitive sui dati e conclude testualmente che “il risultato sembra escludere situazioni di rischio”.

“Ci chiediamo se in un’area costiera densamente abitata, con case costruite spesso senza criteri anti-sismici, ci si possa accontentare della parola “sembra” è l’osservazione di Ambiente e Salute.

Nello studio Eni sostiene che l’Area Marina Protetta del Piceno, individuata dal Parlamento ormai da molti anni, non essendo stata istituita non può essere ritenuto come ostacolo allo sviluppo del progetto. “Il buon senso ci dice che se un’area ha dei valori secondo il Parlamento, dovremmo preservarla attentamente proprio in vista della sua tutela con gli strumenti adeguati” continuano gli ambientalisti  che lanciano la chiosa finale: “Auspichiamo che si ponga fine a questo stillicidio di progetti e si blocchi ogni nuovo intervento nei mari italiani. L’Adriatico deve vivere”.