SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Niente aiuti dal Governo per la Bretella di San Benedetto. Almeno non per ora. Il voto prenatalizio del Senato sulla Finanziaria ha infatti visto la bocciatura dell’emendamento di Andrea Cangini (Forza Italia) che puntava a impegnare 60 milioni nel triennio 2019-2021 per la realizzazione della famosa variante della Statale 16.

Tecnicamente la modifica chiesta dal senatore azzurro è stata “preclusa”, ovvero l’emendamento sulla Bretella non è neppure arrivato al voto dell’aula. Attorno all’iniziativa di Cangini, fra l’altro, si era aperta un’ampia diatriba fra le fazioni locali di Forza Italia stessa e del Movimento 5 Stelle che a un’ulteriore arteria stradale preferirebbe, per la città, un progetto di mobilità alternativa, peraltro già presentato alla stampa qualche mese fa (CLICCA QUI).

Sulla questione abbiamo deciso di ascoltare le parole di chi in aula era presente. Della Bretella e in generale dei problemi di viabilità che affliggono San Benedetto, abbiamo parlato col senatoresambenedettese Giorgio Fede. Ecco qui il risultato della nostra intervista.

Non è passato l’emendamento per la Bretella di San Benedetto a firma del suo collega Cangini. Lei che ne pensa?

“A me sembra assurdo il modo di tornare su questo argomento da parte di quelle stesse forze politiche che per 20 anni hanno gestito la Provincia, la Regione, il Governo stesso e non hanno fatto nulla. Queste persone vogliono solo comparire sui giornali perché sanno bene il valore degli emendamenti d’opposizione, se bastasse fare emendamenti dall’opposizione il Movimento 5 Stelle avrebbe cambiato il mondo anni fa, chi parla adesso lo fa per avere una visibilità gratuita. Tra l’altro, questo emendamento non è stato neppure preso in considerazione per il voto perché fondamentalmente non ha a che fare con la programmazione che fa chi governa. Ma sulla viabilità locale, e sambenedettese, va fatto un discorso di portata più ampia”.

In che senso?

“Io personalmente mi sono attivato con le istituzioni competenti. Ho già parlato con gli uffici della Regione e parlerò con Anas e Ferrovie. Serve un quadro generale delle tante opere che negli anni sono state progettate o semplicemente ipotizzate. Si fa presto a parlare ma il Piano Regolatore in cui si inserisce la Bretella così com’è nelle carte è vecchio di decenni e quel contesto è stato stravolto. A San Benedetto tutti sanno che molte di quelle aree dove dovrebbe passare il tracciato sono state concesse per l’edificazione. E poi sento politici che in 30 anni non solo non hanno fatto nulla, ma hanno pure stravolto le progettualità, riproporre una ricetta che sanno benissimo che non è più perseguibile in quella direzione”.

Di progetti per la viabilità locale ne sentiamo tanti. Non solo la Bretella ma anche la terzia corsia per l’A14 ad esempio. Su quale puntare?

“Di progetti o idee per la viabilità di questo territorio è vero che ne sentiamo tanti: dalla Bretella alla terza corsia passando per progetti di viabilità intermedia. Si tratta di idee di ogni tipo ma mai realizzate e nel discorso ci sarebbero anche la Salaria e la Pedemontana. Va tutto bene ma dobbiamo valutare con calma. Va fatta una valutazione costi-benefici e vedere se è realizzabile. Ma prima va capito qual è l’obiettivo su cui indirizzare le risorse”.

In questi mesi si è registrata una contrapposizione fra Forza Italia che spinge per la Bretella e il Movimento 5 Stelle locale che ha presentato un progetto di mobilità alternativa che lo stesso Cangini ha definito in qualche modo arretrato. Lei che ne pensa?

“Io condivido il progetto presentato dal Movimento e la lettura di un progetto “arretrato” è quella che qualcuno gli ha voluto dare. Le scelte sulla mobilità sono certamente un fattore culturale ma alcune indicazioni le deve dare la politica che pianifica lo sviluppo di una città. Questo non vuol dire che dobbiamo andare all’improvviso tutti in bici ma ci dobbiamo accorgere di quello che succede in giro per il mondo, dove vengono fatte scelte che incentivano un trasporto diverso. Prevedere tracciati su tracciati che vanno a prendere pezzi di territorio già stretto come il nostro deve indurre a una riflessione. Serve una seria sinergia fra tutti i livelli amministrativi che punti ad avere traffico fluido, meno veicoli e una mobilità alternativa”.

Quindi che ognuno faccia il suo. Giorgio Fede cosa si impegna a fare invece?

“Certo, ognuno deve iniziare a fare il suo lavoro a livello locale perché sento parlare chiunque di questo argomento dai consiglieri comunali agli ex amministratori. A me piacerebbe che San Benedetto avesse una viabilità urbana efficace, una stazione dei bus, una stazione dei treni migliore e in genere un trasporto locale degno di una delle più importanti città delle Marche. Ma a questo non si arriva con l’uscita estemporanea di questo o quel politico. Che ognuno cominci a far funzionare le cose al suo livello di competenza. Sui grandi progetti io voglio capire lo stato dell’arte per poi riportare tutto in Senato e quindi al Governo. Non posso sentire certe cose quando noi siamo al governo da sei mesi mentre chi parla ha governato a tutti i livelli per decenni”.