ROMA – In tre province del sud Italia si registra il decremento maggiore del numero di partite Iva. Nuoro, Trapani e Messina, infatti, occupano i primi tre posti della graduatoria e precedono la prima provincia del nord che è Belluno.
Invece le prime tre province, in ordine decrescente, per incremento del numero delle partite Iva sono: Benevento 2.586 (15,70%); Mantova 2.611 (+11,39%) e Chieti 2.889 (10,65%).
L’analisi compiuta dall’A.N.CO.T. Associazione Nazionale Consulenti Tributari su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riguarda l’andamento delle partite Iva fino al terzo trimestre del 2018.
Nelle Marche, si registra una generale flessione: meno netta a Pesaro e Urbino,  con 2.232 iscrizioni pari a -1,54%, ed Ascoli Piceno (1.526, pari a -1,80%)  seguite da Ancona (2.842, -5,36%) Fermo (1.241, -5,27%) e Macerata (2.178, -8,29%).
Analizzando la graduatoria relativa alle diverse province emerge che a Nuoro le iscrizioni di nuove partite Iva dall’inizio del 2018 sono state 1.510 con una flessione pari a -15,22% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. A seguire le nuove iscrizioni nelle altre province (con indicazioni fra parentesi della variazione percentuale rispetto al precedente anno) sono le seguenti: Trapani 2.937 (-11,35%); Messina 3.888 (-10,76%); Belluno 1.042 (-10,40%); Isernia 694 (-9,75%); Crotone 1.241(-9,42%); Potenza 2.356 (-8,86%); Asti 1.378 (-8,38%); Ragusa 2.187 (-8,38%); Macerata 2.178 (-8,29%); Frosinone 3.512 (-8,18%); Prato 2.148 (-8,09%); Matera 1.292 (-7,98%); Aosta 839 (-7,40%); Vercelli 886 (-7,23%); Agrigento 2.872 (-7,18%); Terni 1.487 (-7,18%); L’Aquila 2.066 (-7,10%); Sassari 3.469 (-7,05%); Prov. del Sud Sardegna 1.773 (-7,03%); Biella 880 (-6,78%); Rieti 1.137 (-6,57%); Enna 933 (-6,51%); Vibo Valentia 1.072 (-6,21%); Cosenza 4.465 (-5,64%); Oristano 829 (-5,47%); Ancona 2.842 (-5,36%); Fermo 1.241 (-5,27%); Verbano-Cusio-Ossola 853 (-4,59%); Siena 1.698 (-4,12%); La Spezia 1.480 (-3,65%); Savona 1.875 (-3,55%); Ravenna 2.128 (-3,32%); Perugia 4.525 (-3,17%); Treviso 5.340 (-3,14%); Siracusa 2.608 (-2,94%) Lucca 2.697 (-2,81%); Torino 14.913 (-2,75%); Viterbo 2.516 (-2,63%); Venezia 4.814 (-2,55%); Arezzo 2.343 (-2,54%); Bergamo 5.957 (-2,49%); Massa Carrara 1.387 (-2,46%); Cuneo 4.024 (-2,38%); Genova 5.410 (-2,35%); Rovigo 1.312 (-2,24%); Gorizia 704 (-2,22%); Catania 7.520 (-2,20%); Pavia 3.283 (-2,18%); Imperia 1.560 (-2,07%); Napoli 20.927 (-1,85%); Ascoli Piceno 1.526 (-1,80%); Grosseto 1.533 (-1,73%); Barletta-Andria-Trani 2.450 (-1,69%); Pesaro e Urbino 2.232 (-1,54%); Brescia 7.256 (-1,53%); Parma 2.838 (-1,53%); Pordenone 1.647 (-1,26%); Rimini 2.556 (-1,16%); Piacenza 1.706 (-0,76%); Latina 4.130 (-0,55%); Bologna 6.586 (-0,45%); Roma 35.880 (-0,34%); Catanzaro 2.498 (-0,20%);  e Padova 6.239 (-0,08%).
Le province, ordinate in maniera crescente, dove le partite Iva sono aumentate sono le seguenti: Firenze 7.481 (0,03%); Ferrara 1.867 (0,16%); Trento 3.297 (0,43%); Foggia 4.398 (0,46%); Sondrio 924 (0,65%); Alessandria 2.561 (0,75%); Monza e Brianza 5.026 (0,76%); Vicenza 4.966 (0,83%); Cremona 1.744 (0,87%); Modena 4.445 (0,98%); Verona 6.006 (1,09%); Caserta 6.835 (1,17%); Bolzano 3.142 (1,22%); Lecco 1.715 (1,48%); Pistoia 2.033 (1,60%); Taranto 3.471 (1,61%); Avellino 3.270 (1,62%); Udine 2.979 (1,85%); Novara 2.169 (1,93%); Livorno 2.120 (2,02%); Brindisi 2.755 (2,04%); Forlì-Cesena 2.295 (2,09%); Palermo 7.398 (2,17%); Lodi 1.143 (2,24%); Como 3.218 (2,35%); Reggio Calabria 3.712 (2,46%); Salerno 8.512 (2,89%); Milano 27.704 (2,90%); Reggio Emilia 3.369 (3,12%); Trieste 1.275 (3,32%); Bari 8.264 (3,43%); Pisa 3.105 (3,50%); Caltanissetta 1.774 (3,68%); Lecce 5.960 (4,00%); Varese 4.794 (4,04%); Teramo 2.288 (4,86%); Campobasso 1.659 (5,47%); Cagliari 3.100 (6,16%) e Pescara 2.821 (7,84%), Chieti 2.889 (10,65%), Mantova 2.611 (+11,39%) e Benevento 2.586 (15,70%).
Su tutto il territorio italiano le iscrizioni di nuove Partite Iva fino al mese di settembre sono state 407.180 con una flessione pari a -0,69% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. “Nel terzo trimestre – ha detto Arvedo Marinelli Presidente Nazionale dell’A.N.CO.T. Associazione Nazionale Consulenti Tributari – la distribuzione per natura giuridica mostra che il 70,5% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 23,7% da società di capitali, il 3,6% da società di persone. Le categorie dei “non residenti” e di “altre forme giuridiche” rappresentano complessivamente l’1,8% del totale delle nuove aperture. Rispetto al terzo trimestre del 2017, la flessione degli avviamenti ha coinvolto tutte le principali figure giuridiche: le persone fisiche (-2,3%), le società di capitali (-5%), e principalmente le società di persone (-15,2%). Si segnala, invece, un significativo aumento delle aperture da parte di soggetti non residenti”.
“Per quanto riguarda le  persone fisiche – ha detto Annamaria Longo,  Segretario Nazionale dell’A.N.CO.T. – la ripartizione di genere ha mostrato una sostanziale stabilità con la quota maschile pari al 61,2%. Il 47,2% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 32,3% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, solo la classe più anziana di età ha registrato un incremento di aperture (+4,7%), mentre la flessione più consistente è riscontrabile nella classe dai 36 ai 50 anni (-4,7%). Il 18,7% di coloro che nel terzo trimestre 2018 hanno aperto una partita IVA risulta nato all’estero”.
“Nel periodo in cui abbiamo preso in esame con la nostra analisi – ha detto Celestino Bottoni– vice presidente dell’A.N.CO.T. – 37.508 soggetti hanno aderito al regime forfettario, pari al 39,2% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ora il popolo delle partite Iva si appresta ad affrontare una nuova fase caratterizzata dall’introduzione della fatturazione elettronica che cambierà in maniera radicale le modalità operative dei contribuenti”.