Un costante miglioramento che potrebbe compiersi in caso di risultato positivo a Meda, contro il Renate, che all’andata, dopo mezz’ora in balia del 4-3-3 della Samb di Magi, mise a segno due gol che fecero crollare il castello di illusioni della Samb d’estate. Troppo presto, forse, o fortunatamente presto, per altri versi.

L’arrivo di mister Roselli vede i rossoblu chiudere il girone di andata (ma manca il recupero di Terni) con 24 punti in 15 partite, con una media di 1,6 punti a partita: piena media play off e, anzi, da primissimi posti. Se non fosse per il Pordenone, che sta infilando una striscia positiva e sta facendo il vuoto alle sue spalle (ahi quanto pesa il pareggio interno a San Benedetto, con la truppa di Roselli autrice del miglior primo tempo della stagione contro i friulani) e che viaggia a 1,94 punti a partita, le altre squadre sono tutte alla pari o al di sotto della Samb.

I numeri non mentono e le uniche piccole critiche che si possono fare a Roselli sono quelle di non aver provato alcuni giovani sui quali, però, non è possibile esprimere un giudizio (De Paoli e Panaioli). Per il resto, tanta saggezza, una compattezza difensiva da vecchia scuola del calcio, marcatura a uomo anche a centrocampo se serve, sul giocatore più talentuoso, e poi ripartenze a razzo confidando sui piè veloce in rosa: Rapisarda e Cecchini sulle fasce, Signori e Rocchi a centrocampo, Di Massimo, Calderini e Russotto in attacco (in attesa del ritorno di Stanco, centravanti titolare e in grado di fare la differenza).

Non era una partita facile, questo Samb-Fermana. La formazione di mister Destro si è dimostrata la classica squadra di Serie C, con un portiere esperto (Ginestra), un giocatore talentuoso (Giandonato) e nove piccoli guerrieri fedeli al credo del mister: corsa, rincorsa, ardore, posizione. Partita vinta meritatamente dai rossoblu per non aver sbagliato nelle occasioni che contano, rigore parato da Pegorin incluso, e anche per un tasso tecnico complessivamente superiore in tutti i reparti.

Ma fa bene mister Roselli a predicare umiltà: sono gli episodi, davvero, a fare la differenza in questa categoria. Anche se alla lunga i valori emergono. Eppure non si può essere né tranquilli né sazi: basta un pizzico di sfortuna e San Benedetto è capace di riavvolgersi nelle sue complicate passioni.

PRIMO APPUNTO Proprio dopo la sconfitta col Renate cercammo di gettare non acqua fredda ma ghiaccio attorno alla squadra, ma era chiaro già dal pareggio successivo a Teramo l’insoddisfazione latente era pronta a travolgere tutto. C’è voluto Roselli con la sua faccia da zio simpatico, a calmare un po’ la situazione, e soprattutto, ovviamente, i risultati. Sarebbe giunto il tempo in cui a San Benedetto si valutino con meno apprensioni del momento i risultati delle squadre.

Un anno fa, una formazione a lungo seconda in classifica e poi terza alla fine del campionato veniva spesso etichettata come scarsa. Quest’anno, nonostante la presenza contemporanea di calciatori con molti campionati da titolare in Serie B o ai vertici della C, si è rischiato di buttare il bambino con l’acqua sporca, coinvolgendo nella contestazione anche la dirigenza che sicuramente ha commesso degli errori (se tanti giovani hanno deluso…), ma che sulla carta ha costruito una squadra capace di contendere le prime 5-6 posizioni di campionato. Sulla carta…

SECONDO APPUNTO Fanno male quelle bombe carta esplose al Riviera: per le multe che tolgono fondi alla società e non a chi le ha tirate; per il rischio che lo stadio venga diffidato e poi squalificato; e per il pericolo arrecato a chi staziona a bordo campo, tra fotografi e raccattapalle. Speriamo che simili episodi non accadano più.