GROTTAMMARE – La situazione attorno a Picenambiente è piuttosto animata negli ultimi giorni: il ricorso al Tar da parte della società partecipata ha dato vita ad un dibattito interno tra soci pubblici e i dirigenti. Tutto è iniziato dalla delibera discussa durante lo scorso Consiglio Comunale a San Benedetto, il cui fine è il chiarimento sulla natura del controllo della società, basandosi sul presupposto che la partecipazione pubblica comprende il 50,41 per cento dell’intera società.
Interviene in merito il sindaco di Grottammare Enrico Piergallini, a pochi giorni dal’ultimo Consiglio cittadino del 2018. Ma il primo cittadino grottammarese esprime un pensiero non convergente con quanto emerso dal Consiglio sambenedettese e anche con gran parte della opposizione al sindaco Piunti.
“Lo spazio per aprire un processo alla Picenambiente va trovato in altre sedi – dichiara – non relativamente al punto all’ordine del giorno che il Consiglio di Sbt ha già discusso e che tra poco discuterà quello di Grottammare. Il punto infatti riguarda il recepimento di un parere della Corte dei Conti sulla natura pubblica della Picenambiente e della Ciip che non può non essere accolto; tuttavia, c’è bisogno di più calma”.
“Le resistenze delle società credo riguardino il cambiamento epocale a cui potrebbero andare incontro e che risulterebbe estremamente complicato – termina Piergallini – sicuramente servirà maggiore trasparenza e maggiore burocrazia. È giusto riflettere su questioni societarie come questa e prospettare anche eventuali cambiamenti, tuttavia io sarei cauto in questa fase nei giudizi: quelli troppo avventati o sbagliati potrebbero danneggiare seriamente una società nata nel territorio come Picenambiente e cresciuta molto in questi anni. Ricordo a tutti che stiamo parlando di un patrimonio pubblico appartenente a ciascun comune: il nostro compito dovrebbe essere lavorare per migliorarla non per azzopparla”.
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picena ambiente e un carrozzone dove la la comunita non ha nulla da guadagnarci
La comunita non ha deciso nulla essendo un imposizione dall’ alto. Quindi stabiliscono i loro prezzi al difuori della libera concorrenza
e del libero mercato.
La comunità ha eletto chi deve rappresentarli nelle decisioni della Picenambiente. Il problema è quando la politica non è competente in materia ed è sotto scacco di Dirigenti in palese conflitto di interessi. La colpa dei rappresentanti è l’incapacità di rimuovere quelli che bloccano la macchina comunale. Le comunità devono imparare ad eleggere i loro rappresentanti se vogliono veder rinascere il territorio!
Purtroppo credo che la nostra sia una partita persa. Forse il M5S ha saputo imitar, gioco forza, i Partiti tradizionali per vincere le lezioni. Adesso il loro compito è però quello di non fare come loro nelle altre cose.
Non avete ancora capito che è la politica che ha bisogno della Picenambiente ?!?
…ovvero questa nosta politica local/picena!
Le migliaia di partecipate in Italia sono sempre servite per ricoverare i politici in cassa integrazione oppure gli amici degli amici. E la Picenambiente non è immune da questo vezzo tutto Italiano, basta guardare i 12 componenti del consiglio di amministrazione, chi sono e quanto costano: 1) Consiglieri n. 6 = 270€ al mese (fisso) e 150€ come gettone di presenza; 2) Consiglieri n. 1 = 270€ al mese (fisso); 3) Consiglieri n. 3 = Compenso Annuo lordo 21.000€ da ripartire per l’intera attività del Collegio Sindacale + 6.000€ forfettari per incarico di revisione legale dei conti; 4) A.D. 30.000€… Leggi il resto »