SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ennesimo capitolo nella saga dei dehors e del nuovo regolamento di occupazione del suolo pubblico che mette a rischio la sopravvivenza degli spazi aperitivo, così come sono attrezzati ora, dei locali di San Benedetto.

Nella serata del 20 dicembre il consiglio comunale si riunisce in una commissione ad hoc, convocata in vista di un iter di approvazione delle nuove regole che l’Amministrazione vorrebbe velocizzare. Da quanto appreso, infatti, entro la fine dell’anno ci potrebbe essere la trasmissione della bozza alla Soprintendenza di Ancona e in caso di ok si procederebbe a votare in consiglio il nuovo regolamento entro gennaio 2019. 

Mentre domani è in programma un nuovo incontro tra sindaco e associazioni di categoria (Confesercenti e Confcommercio) la riunione della serata di giovedì serve per ribadire alcune posizioni che, nei mesi, sono apparse piuttosto consolidate. A partire da Piunti che torna a ribadire come i motivi dietro l’emanazione delle nuove regole siano “la sicurezza del traffico stradale e la fruibilità della città”. Dall’opposizione, però, chiedono di mediare e di venire incontro alle esigenze dei locali che, con le regole attualmente prefigurate, rischiano di ridurre il volume d’affari. Di Francesco ad esempio, che assieme a tutto il gruppo Pd, oggi aveva anticipato la linea dei “dem” (CLICCA QUI), torna a chiedere più coinvolgimento dei portatori di interesse. Perfino Bruno Gabrielli, uno dei più strenui sostenitori delle nuove regole finora, avanza la possibilità di “allargare le maglie del regolamento e concedere di più ai locali che si trovano in zone periferiche della città, quelle non sottoposte a vincoli paesaggistici o storici”.

Alla riunione, però, ci sono tanti proprietari e gestori dei locali. E si affidano alla voce di Alessandro Marini, delegato Fiepet per Confesercenti (Fiepet è una branca che si occupa di pubblici esercizi n.d.r.), associazione che proprio ieri ha presentato un’altra controproposta al comune. “Noi siamo i primi a volere un regolamento perché non vogliamo i sigilli sui locali (come è successo ad Ascoli qualche anno fa n.d.r.)” chiosa Marini “ma vogliamo che i nostri dubbi sugli investimenti effettuati e sul destino dei nostri dipendenti siano dissipati, non vogliamo trovarci costretti a licenziare nessuno”.

Ma qual è la contro-proposta di Confesercenti-Fiepet? Sappiamo che la bozza nei cassetti degli uffici contiene regole piuttosto stingenti che vietano, in futuro i dehors chiusi o perfino semiaperti nelle zone centrali della città (CLICCA QUI PER I DETTAGLI) e zone come viale Secondo Moretti e in generale il centro (ma anche il Paese Alto) saranno consentiti tavoli e sedie sotto a degli ombrelloni. A delimitare gli spazi al massimo delle fioriere.

La controproposta inviata ieri dall’associazione di categoria, invece, prevede innanzitutto la possibilità di tenere dei dehors “semi-aperti” (ovvero delimitati da paraventi e non solo fioriere) anche nelle zone centrali della città. “Abbiamo parlato con l’architetto Pompei della Soprintendenza, sarebbe d’accordo” rivela lo stesso Marini. La proposta dei locali, poi, prevede un periodo di proroga-transizione di 36 mesi contro i 18 che vorrebbe concedere l’Amministrazione e una maggiore tolleranza sulle superfici dei dehors. Al momento la bozza prevede l’utilizzo all’esterno, al massimo, del 40% della superficie interna e del solo primo piano di ciascun locale. Fiepet vorrebbe portare la soglia minima al 50% potendo contare anche sulle superfici dei piani superiori del locale, se presenti. “Paghiamo le tasse e l’affitto su due piani” dice Marini “perché non calcolare anche le superfici su due piani?”

 

La commissione “dehors”