SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La delibera votata sabato scorso dal consiglio comunale di San Benedetto rischia di essere un argomento dominante delle cronache da viale De Gasperi dei prossimi mesi. L’atto contiene un indirizzo e un’interpretazione della legge piuttosto chiari: il CdA di Picenambiente, in ossequio al Testo Unico sulle Partecipate (Dlgs 175 del 2016), deve tornare a controllo pubblico dei 29 comuni soci pubblici della partecipata.

Il consiglio comunale sambenedettese ha recepito l’orientamento degli uffici e, nonostante qualche schermaglia fra opposizione e maggioranza, ha votato unito col sì di tutti e 21 i consiglieri comunali presenti in assise il 15 dicembre. Ma c’è un particolare che ai più forse è sfuggito: il gruppo consiliare del Pd potrebbe essersi spaccato su quella delibera visto che Tonino Capriotti l’ha votata favorevolmente mentre Antimo Di Francesco e Maria Rita Morganti si sono alzati poco prima del voto lasciando l’aula e non partecipando alla votazione.

C’è da fare una piccola premessa. Maggioranza e opposizione, sulla delibera pro controllo pubblico di Picenambiente, avevano litigato in aula. Il motivo va fatto risalire alla commissione consiliare celebrata qualche giorno prima del consiglio. In quella riunione, stando a quanto racconta Flavia Mandrelli (CLICCA QUI), l’assessore Andrea Assenti avrebbe proposto di emendare la delibera in oggetto, circostanza che aveva provocato una reazione dall’opposizione che alla fine è riuscita, sempre secondo il racconto della consigliera, a presentare il testo originale. Le scaramucce si erano però protratte fino al giorno del voto, con accuse reciproche da entrambi gli schieramenti, ma alla fine tutte le forze si erano strette attorno alla valutazione che riportare sotto il controllo pubblico Picenambiente fosse un atto dovuto a tutela dei cittadini, con dichiarazioni pubbliche in questo senso in assise di ambo gli schieramenti.

Proprio questo rilievo rende particolare la scelta fatta in aula da Di Francesco e Morganti. I due consiglieri, regolarmente presenti all’inizio della seduta, decidono di alzarsi durante la discussione sul punto in questione tanto che al momento del voto seduto fra i banchi del Pd rimane il solo Tonino Capriotti che vota sì alla delibera per far tornare Picenambiente sotto il controllo pubblico. Perché? Partiamo dal presupposto che ogni consigliere ha il diritto di esprimere o non esprimere liberamente il proprio diritto di voto, ci piacerebbe in ogni caso, per una questione di trasparenza, una spiegazione visto che l’argomento riguarda l’intera collettività (provinciale oltre che cittadina) e potrebbe essere foriero di conseguenze. Picenambiente, infatti, starebbe pensando al ricorso al Tar contro l’atto di San Benedetto mentre altri comuni piceni che vantano partecipazioni nella società potrebbero mettere in piedi delibere simili a quella di sabato.

Vi presentiamo la ricostruzione di quello che è successo tramite una serie di frame che abbiamo estrapolato dalla diretta video del consiglio comunale di sabato andata in onda sul canale YouTube del comune di San Benedetto. Video completo: Prima Parte Seconda Parte

Inizio del consiglio comunale del 15 dicembre, i tre consiglieri del Pd sono seduti regolarmente al loro posto (FOTO 1)

Al momento del voto il solo Capriotti è presente in aula per il suo partito a votare Sì alla delibera che raccoglie l’adesione di tutti i consiglieri presenti, sia di maggioranza che di opposizione (FOTO 2 e 3)

Sotto, i 21 consiglieri presenti (sia di maggioranza che di opposizione) votano Sì alla delibera pro controllo pubblico di Picenambiente. Non ci sono i nomi di Di Francesco e Morganti

(FOTO 4) Di Francesco e Morganti, dopo il voto su Picenambiente tornano regolarmente al loro posto, tanto che sono presenti al momento del rompete le righe, a consiglio comunale concluso

Picenambiente, una società da controllare? Il CdA può tornare a guida pubblica