SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Entusiasmo, energia e passione. Questi gli ingredienti che caratterizzano i ragazzi di “Crazy for football”, una squadra composta da ragazzi con disabilità mentali, accomunati dalla passione per il calcio e dalla voglia di vincere. Questi ragazzi, che fanno parte dell’associazione ASD Stella del Mare, parteciperanno a un campionato per ragazzi con problemi di salute mentale organizzato dalla Federazione italiana giuoco calcio (Figc).

“Già lo scorso anno – spiega il presidente dell’associazione Roberto Ciferni – la squadra di quinta categoria ha portato a casa il trofeo, aggiudicandosi il titolo di campioni regionali. Siamo sicuri che la nuova squadra ci darà altrettante soddisfazioni”. E, in merito agli obiettivi dell’ASD Stella del Mare, prosegue Ciferni: “il nostro lavoro, oltre alla preparazione dei ragazzi affetti da disabilità mentale, verte su altri due progetti: l’educazione motoria nelle scuole come attività extrascolastica, a cui aderiscono già più di 150 bambini, e la preparazione della squadra di calcio a sette, che coinvolge tutti quei ragazzi che per questioni di studio hanno abbandonato lo sport ma hanno ancora voglia di giocare a livelli agonistici. Per noi lo sport è educazione a 360 gradi. Non è solo gioco, ma è anche un momento di crescita affettiva e cognitiva”.

In merito al futuro di questo progetto, interviene Ivo Panichi, vicepresidente della Figc Marche. “Crazy for football è un progetto che sta crescendo nella nostra regione, grazie al lavoro e all’entusiasmo dei ragazzi. Partito da Ascoli, si è esteso poi a San Benedetto, Potenza Picena e Fermo e c’è la volontà di andare sempre avanti”.

Gli auguri ai ragazzi provengono dai membri del dipartimento salute mentale area vasta 5, Enrico Iommetti e Marco Gili, dal titolare dello sponsor Idea Pallet, Andrea Fioretti e, infine, dal sindaco Pasqualino Piunti, che conclude: “Siete bellissimi. La vostra passione e la vostra forza di volontà sono una ricchezza per il nostro territorio. Siete un esempio di come affrontare la vita, da esportare al di fuori di San Benedetto”.