ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dei consiglieri comunali di Ascoli Giacomo Manni e Massimo Tamburri del Movimento 5 Stelle.

“Apprendiamo negli ultimi giorni, da alcune sigle sindacali del nostro territorio, la denuncia di una situazione sanitaria che dimostra ancora una volta il fallimento di un modello regionale a marchio PD. Si continua inesorabilmente a spostare il nostro diritto alla salute verso una privatizzazione sistematica e restiamo assolutamente basiti dalla situazione che le RSU portano alla luce. Un piano sanitario fermo al 2014, con un rientro di spesa all’1,4% diventa, da quel che acquisiamo attraverso i comunicati sindacali, la scusa formale per la regione nell’applicazione di nuovi ed inesorabili tagli contrattuali.

Una riduzione del personale che colpirà esclusivamente il comparto sanitario coi sindacati stessi dichiarano una marcata riduzione del personale a fronte di un aumento di contratti verso i privati. Fermo, Ascoli e il Maceratese i territori più colpiti: Per l’area vasta 4 si prevede il taglio di 48 unità sanitarie e per la provincia di Ascoli Piceno in Area Vasta 5, la scure regionale ne taglia 56. Tutto questo accade mentre vengono riconfermati i numeri esistenti del personale nel nord delle Marche. Se c’erano ancora dei dubbi sulla diversità di trattamento dei pazienti dentro la nostra Regione, questi numeri tolgono ogni ambiguità. Un taglio economico per Marche Sud, che ormai da tempo ricade esclusivamente sull’assistenza ai pazienti e sui servizi sanitari erogati, con il risultato di avere liste di attesa che superano l’anno, senza alcun miglioramento del servizio, alcuna effettiva ottimizzazione anche di tipo economica e il diritto alla prevenzione e alla salute che va a farsi benedire.

Paradossale pensare che si sventolino dichiarazioni di “ospedali d’eccellenza”, quando in realtà non ci saranno più le risorse umane per far fronte all’esistente. Per quello che apprendiamo dalle testate giornalistiche, si affideranno, nell’area vasta del Fermano, i servizi dei prelievi laboratoristici domiciliari ai privati. E’ oramai palese lo smantellamento della nostra sanità pubblica da parte del PD e insieme agli investitori privati che sorridono e che diventano sempre più i veri erogatori di servizi sanitari senza alcun rischio imprenditoriale, vediamo il nord delle Marche, con le sue aziende ospedaliere autonome, non subire quello che noi dobbiamo invece sostenere: si taglia con la scure l’assistenza pubblica mentre si destinano fondi pubblici alle aziende e alle cooperative sanitarie private? Cosa dicono gli esponenti locali su quello che sta facendo il loro governatore? Tutto tace.
Come Movimento 5 Stelle, abbiamo concretamente appurato quello che accade dentro a ciò che resta dei nostri nosocomi: Il personale sanitario già al collasso, continuerà ad essere ulteriormente ridotto in modo drastico e senza nessun criterio logico, se non il delegare, pagando, servizi ai privati. Lo scenario che si prospetta è quello che, purtroppo, vediamo a macchia di leopardo nei nostri ospedali dove non si riesce più a garantire continuità ai livelli essenziali di assistenza. La politica disfattista di questa Regione ricade completamente sulla salute di noi cittadini e ci chiediamo cosa dovremo subire ancora fino a che saremo governati dal PD. Viene oscurata la possibilità di applicare l’ emendamento al D.M. 70 del 2015, che consentirebbe di derogare l’applicazione del DM destinando quindi le decine di milioni di euro, dichiarati dal Presidente Ceriscioli per l’ospedale unico a Spinetoli, a sostegno e al miglioramento della sanità esistente nel Piceno. Come viene ignorato qualsiasi investimento pubblico sanitario per il Fermano: appaltando il servizio prelievi, infatti, resterà sempre il carico di spesa sulle spalle dei cittadini. Perché il PD regionale non sceglie queste possibilità e porta avanti lo smantellamento della nostra sanità pubblica? Oltre agli slogan c’è qualche loro scelta decisionale che non favorisca di fatto pochi privati? A quanto pare, da quello che subiamo incessantemente per i tagli alla nostra sanità, No”.